Regia di Visar Morina vedi scheda film
Xhafer è un ingegnere del Kosovo che si convince di essere discriminato nell’azienda tedesca in cui lavora. Da lì in avanti, metterà in atto una serie di comportamenti che lo porteranno a delle conseguenze sempre più nefaste. Exil è un film che, fin dalle prime scene, riesce a creare un’atmosfera claustrofobica: vediamo il protagonista camminare per i corridoi bui della sua azienda, partecipare a riunioni e interloquire con i colleghi, mentre tutto sembra improntato a una sorda ostilità, a un gioco meschino in cui lui è la parte più debole, la persona destinata a essere ghettizzata. Il tema del razzismo, tuttavia, è solo un aspetto: quello che vediamo è una sorta di mobbing inspiegabile, che alimenta le fobie di Xhafer fino a fargli assumere un atteggiamento paranoico, che si riversa e va a contaminare anche la sua vita famigliare. Il regista Visar Morina è abile a giocare su una trama in cui non tutto viene spiegato: alcuni risvolti rimangono nell’ombra, alcuni aspetti della vita di Xhafer rimangono solo accennati. Ne esce il ritratto, nero e indelebile, di quello che può diventare la vita d’ufficio: un vero incubo a occhi aperti, da cui sembra impossibile uscire.
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