Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Bel film.Rascel grande in versione grottesca
Tratto dall'omonimo racconto dello scrittore russo Nikolaj Gogol' e sceneggiato, tra gli altri, da Cesare Zavattini, Il cappotto è uno dei primi titoli italiani che prova a svincolarsi definitivamente dal neorealismo
Uno dei titoli più riusciti e significativi della carriera di Lattuada, autore mai valorizzato abbastanza. Presentato al Festival di Cannes, ottenne un buon successo sia di critica che di pubblico.
Rascel sfiorò addirittura la palma d'oro come miglior attore(la vinse per pochi voti Marlon Brando per Viva Zapata)
Vinse comunque il suo unico nastro d'argento
Inizialmente Lattuada pensò a Totò, ma scartò l'idea perché «non è sicuro di poterlo domare, controllare, di riuscire a modificare il suo personaggio, ormai troppo definito e troppo amato, così com'era, dal pubblico. (mentre) la tiritera ingarbugliata, labirintica per cui Rascel andava famoso si attagliano perfettamente al personaggio che egli deve interpretare[2]».
grandissimo
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