Regia di Anthony Hickox vedi scheda film
Teen horror senza pretese ma che trasuda inventiva e Amore per il Genere (non solo al Cinema ma anche nella Letteratura) da tutti i pori.
Hickox probabilmente non si può considerare un 'Autore fatto e finito' (nemmeno nella mia accezione, più attenta alla percezione di personalità riflessiva che non ai titoli insigniti da critica e compagnia intellettualoide), ma almeno nei film da me finora visti (questo, "Hellraiser III" e "Warlock 2") è riuscito sempre a dimostrare un'abilità registica piuttosto brillante e, pur non aprendo le porte a particolari spunti di riflessione, riesce in qualche modo a far riconoscere la sua Impronta stilistica, caratterizzata soprattutto da un pizzico di Humour leggero ma intelligente, palpabile ma non invasivo, che ben si coniuga con lo Spirito del Genere da lui affrontato, il tutto condito con la sopra citata Passione per l'Horror, il Fantastico, certa Fantascienza (di derivazione classica) e tutti i filoni annessi e connessi.
"Waxwork" è, sempre tra i titoli da me finora visti, il suo lavoro più personale e innovativo, merito soprattutto di una struttura narrativa che traduce con grande convinzione l'Atmosfera propria di certe attrazioni come, appunto, un museo delle cere (a tema): come i personaggi, anche noi individui spettatori ci fiondiamo, con la Fantasia, negli scenari gotici rappresentati dalle installazioni varie. Questo dà al film un aspetto, più che di opera ad episodi, di raccolta di anteprime: già la visione statica delle varie composizioni si limita a dare un gustoso assaggio all'Immaginazione, ma anche quando assistiamo alle esperienze in questi mondi alternativi veniamo inseriti in racconti già avviati e, potenzialmente, estendibili anche dopo la conclusione dei destini dei personaggi. Per certi versi ho sentito degli echi (o, meglio, delle anticipazioni) ai meccanismi di certi videogiochi, dove si viene catapultati nei panni di personaggi a noi estranei in mondi e avventure lontane dalla nostra vita quotidiana; non so bene perché poi mi sono tornate in mente anche alcune avventure testuali (e librigames) a cui ho giocato in alcuni dei miei periodi di passatismo ludico, ma questo è un discorso completamente estreneo.
Comunque, "Waxwork" nel suo disimpegno (infatti non sono riuscito a trovare porte aperte a riflessioni varie, e io sono solito trovare spunti di auto-indagine, anche solo a livello 'basico', quasi ovunque, più che altro perché sono fissato) riesce a intrattenere egregiamente il proprio pubblico, citando moltissimo senza però evidenziare in modo banale le proprie fonti, costruendo delle Atmosfere assai coinvolgenti (il mondo di De Sade mi è sempre rimasto molto in testa, grazie anche all'accompagnamento musicale), raccogliendo delle Interpretazioni (soprattutto tra gli adulti) di grande livello (in particolare magnifico come sempre David Warner) e così via. Il Finale mi lascia sempre dubbioso: gran bordello o 'Casino' inevitabile per l'evoluzione metalinguistica dell'opera? Il Dubbio comunque è di tipo positivo, perché mi spinge ad apprezzare tale espediente proprio per la Fusione ed Esplosione per certi versi Grottesca di tutto il Bagaglio 'di Genere' presente nel Film.
Un lavoro che merita di essere visto e rivisto.
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