Regia di Ivan Reitman vedi scheda film
Blockbuster estivo d’esordio di Reitman, "Meatballs" è stato scritto da ben dieci mani (!!), tra cui non poteva mancare la sapiente penna del propizio Harold Ramis: Bill Murray alias Tripper Harrison è il funambolico animatore del campus canadese in cui un coacervo di scapestrati adolescenti sono pronti a passare le torride vacanze. Fra tiri mancini infantili ai danni di Morty Melnick (Atkin), pindarici flirt con la collega Roxanne (Kate Lynch), e rocambolesche olimpiadi con gli avversari della fazione “Mohawk”, il Murray “head counsellor” Tripper dovrà pure impegnarsi nel far recuperare l’autostima al depresso tredicenne Rudy (Chris Makepeace), ragazzino denigrato dai compagni perché poco predisposto alle attività sportive; nel mentre si alternano delle licenziose sotto-vicende basate sui consuetudinari stereotipi del risma scolastico. Il flusso narrativo che si protrae nel marasma degli scherni e delle impacciate avance con l’altro sesso non si mantiente molto scorrevole (causato dalla sovrabbondanza degli screen-writer?). Reitman però ha sempre avuto la fortuna di trovarsi a lavorare con i migliori artigiani della settima arte e sfrutta bene queste occasioni: la vivacissima fotografia di Don Wilder è di classe. Forse troppo opulenta (chi si vuole lamentare? meglio così..) data la natura commerciale dell’operazione (bellissimi i riflessi chiaroscuri sul lago in una delle scene notturne). Sàpidi, inoltre, i frammenti orchestrali di Elmer Bernstein, come sempre eccezionale nell’approccio con l’atmosfera esilarante (sono ancora convinto che sia il miglior compositore con cui Hollywood abbia mai avuto a che fare). Azzeccata la scelta del regista di privare di musiche i dialoghi squinternati fra Tripper e Rudy, aspettando il momento giusto prima di inserire il commento sonoro. Murray, intanto, interviene a ribaltare il corso degli eventi (pare abbia del tutto improvvisato l’intervista iniziale con il reporter ficcanaso), al fine di renderli sistematicamente esagitati nello scostumato apogeo (del trash) conclusivo: "It just doesn't matter!!!", decanta istrionico ai suoi allievi.. Da quel goffo gargarismo dinanzi al tepore forfettario dello scalognato gruppo, il delirio più riottoso infrangerà le barriere imposte dalle stupide norme ginniche nella chiassosa diatriba contro i suddetti sbruffoni squadristi del Mohawk. Il resto è storia: "Meatballs" si conferma una commmedia demenziale strutturalmente imperfetta, ma in cui il divertimento non viene meno, per quanto si noti una certa aridità di alcune interpretazioni. Are you ready for the summer?
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