Regia di Elio Piccon vedi scheda film
Il proiettore di una sala cinematografica parrocchiale sparisce; il prete esige di scoprire al più presto chi l'ha rubato. A prendersi la colpa è il fratellino del giovane proiezionista, ma forse la verità è un'altra.
Per fortuna fu un flop. Ho ritrovato mio figlio è il classico caso di insuccesso che ha reso miglior servizio di un successo all'artista: Elio Piccon, 29 anni, arriva al suo primo lungometraggio dopo l'apprendistato al Centro Sperimentale di Cinematografia, una buona gavetta e una serie di corti; ottiene così i finanziamenti dalla San Paolo Film per una pellicola. Ma la sceneggiatura (dello stesso Piccon, di Ugo Guerra, di Giorgio Prosperi, di Fabio Rinaudo e di Augusto Ghilardi) di Ho ritrovato mio figlio è un concentrato di banalità in salsa buonista, intrisa di un'esasperata morale cattolica fuori tempo massimo (il nostro cinema popolare aveva ormai ripudiato il melodramma per svoltare verso la commedia e l'attualità) che a tutti gli effetti sminuisce la portata dell'opera, realizzata peraltro con pochi mezzi e una certa dose di approssimazione dietro la macchina da presa: non sorprende insomma sapere che il film andò male. E ciò convinse il regista a tornare ai corti, che non abbandonò più eccezion fatta per L'antimiracolo (1965), lavoro fin troppo audace e destinato a essere osteggiato e tenuto nascosto; oggi lo possiamo riscoprire, insieme a tutta la produzione in cortometraggio, grazie al lavoro di restauro della Cineteca di Bologna e alla diffusione notturna di Enrico Ghezzi. Ho ritrovato mio figlio invece continua a essere un titolo dimenticato, quasi rimosso: non a torto, peraltro. Si segnala nel cast la presenza di Carlo Campanini, nonchè di Carlo Delle Piane ed Enio Girolami in ruoli secondari. 3/10.
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