Regia di Elio Piccon vedi scheda film
Prima regia di Piccon nel lungometraggio- fotografata da un grandissimo come Oberdan Troiani- e in cui dimostra già le sue capacità nel girare con i bambini-la quale ritornerà in diversi documentari con la Rai, e che lo porterà diversi anni dopo a portare sullo schermo come protagonisti pure Alessandro Momo e Giusva Fioravanti assieme-, e a cogliere gustose note di verismo neorealista(il primo viaggio in corriera fino alla città dal fratello Ennio Girolami aiutante di macchina in un cinema, del bambino protagonista Damiano-molto intenso Harry Kinsky-, e i suoi sguardi fuori dai vetri su Roma sulla quale sta per scendere la notte in degli esterni tra vespa e lambrette che sono una stupenda capsula del tempo, tra lo stupore e l'angosciato)
di colore comico come nel meraviglioso intermezzo con il barista "regazzino" Carlo Delle Piane al bar caffè notturno per il "sandwich al jambòn" dell'umano e caloroso Don Alfonso, parroco di borgata romana, ma piemontese di origine, interpretato con la solita misurata bonomia dal sommo Carlo Campanini.
Eduardo De Santis è doppiato da Franco Citti, forse già con il fratello consulente non accreditato ai dialoghi in romanesco.
E c'è pure una grandissima attrice del teatro romanesco come Pina Piovani nella parte della perpetua e poco prima della morte, ma soprattutto Mimo Billi nella parte del proprietario alla cassa del bar notturno di attiguo al cinema Sor Fernando, quando i cinema ancora erano vere cattedrali a richiamare in massa centonaia di fedeli tutte le sere, parrocchiali e non come quello di Don Alfonso e del proiettore centrale nella vicenda, e non le cattedrali ma nel deserto, che sono oggi.
Ted_Bundy1979
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