Regia di Giorgio Pàstina vedi scheda film
Franco, semplice impiegato, ha una relazione segreta con la figlia del padrone, Anna; un suo collega, per coprire un furto dalla cassa della ditta, accusa proprio Franco, che non può discolparsi senza rivelare la sua storia con Anna. A sbrogliare la situazione penserà un'altra collega, complice del vero ladro.
Nel corso degli anni Cinquanta il melodramma nostrano visse un'improvvisa svolta partenopea, certo non del tutto inaspettata poichè l'ambientazione è decisamente la migliore, nel panorama dello Stivale, per delle storie a base di amore, lacrime e canzonette. Questa svolta vide il proliferare di pellicole - tutte rigorosamente a budget contenuto e con simili trame e lo stesso giro di caratteristi come interpreti - di nessun impegno, a lieto fine garantito e per di più potenziali veicoli pubblicitari per il mercato discografico. Il musicarello, che spopolerà nel decennio successivo, prende origine da qui. Il cantante professionista tramutato momentaneamente in attore non poteva mai mancare, inoltre, in questi film: qui abbiamo come protagonista Giacomo Rondinella, che naturalmente si esibisce qua e là lungo la pellicola in performance canore non sempre logicamente inserite nel dipanarsi della vicenda; verso il finale, in particolare, è la volta per lui di sfoderare l'ugola per il pezzo che dà il titolo al lavoro, Lettera napoletana. Scritto da Luigi Capuano con un soggetto di Luigi Cioffi, il film vede la partecipazione anche di Virna Lisi, Beniamino Maggio, Otello Toso, Lia Orlandini e Lianella Carell (nota per aver interpretato Maria, moglie del protagonista in Ladri di biciclette, di Vittorio De Sica, 1948); si tratta di una delle ultime opere per Giorgio Pàstina, che scomparirà prematuramente, a soli 51 anni, due anni più tardi. 2,5/10.
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