Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Harem Suare è il secondo film diretto da Ozpetek, dopo Hamam del 1997; il non disprezzabile esordio e questo lavoro sono accomunati non solo dalle tematiche turco-centriche che muovono l'ispirazione del regista (nato ad Istanbul, ma ormai italiano a tutti gli effetti), ma anche da un certo gusto visivo sontuoso e patinato, che in questa occasione funziona anche meglio che nella precedente pellicola. Questa storia di sultani, eunuchi e predilette non è la classica fiaba e già lo si capisce dalla frequente ostentazione di corpi nudi; il percorso della protagonista è una sorta di 'scalata sociale' all'interno dell'harem che è però destinata ad un improvviso arresto nel finale. L'espediente del racconto ai giorni nostri da parte della protagonista ormai invecchiata è invece praticamente superfluo; Lucia Bosè e Valeria Golino, ovverosia i nomi più famosi del cast, potrebbero tranquillamente non esserci nel film: e sarebbe tutto identico. Co-produzione internazionale franco-turco-italiana (per l'Italia se ne occupa Medusa), sceneggiatura scritta dal regista insieme a Gianni Romoli, l'idea che lascia il film di sè è quella di un prodotto confezionato con cura, ma al suo interno vuoto o quasi; come un bicchiere di champagne allungato con un boccale d'acqua. 5/10.
Storia di una ragazza che, in un harem turco di inizio Novecento, diviene pian piano la favorita del sultano. Ma la fortuna si rovescia all'improvviso...
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