Regia di Stanley Tucci vedi scheda film
In coppia con Oliver Platt, Stanley Tucci tenta di rinverdire la farsa surreale dei fratelli Marx o, in subordine, di Abbott e Costello (Gianni e Pinotto), con una storia ambientata intorno alla metà degli Anni ’30. Arthur e Maurice sono due sfigati attori di teatro in cerca di scritture, inseguiti dalla polizia per aver minacciato un collega scarsamente dotato e ingiustamente lodato. Si ritrovano così a bordo di un transatlantico diretto in Europa, dove ognuno dei passeggeri non è realmente ciò che sembra e nell’incessante fatica di sfuggire alla caccia del collega infuriato e dell’equipaggio, i due riescono sventare un attentato dinamitardo, assurgendo al rango di eroi. Siamo all’apoteosi del travestitismo sessuale, politico e razziale condito da una comicità che fa del doppio senso e dello slapstick i suoi pilastri portanti, seriamente minata però da un ritmo singhiozzante che spesso abbandona battute e gag in un vuoto pneumatico. Un difetto probabilmente accentuato da una versione italiana in difficoltà a seguire tutte le sfumature di una comicità molto verbale, che si avvale dei camei di attori famosi come Woody Allen, Steve Buscemi, Campbell Scott e Isabella Rossellini.
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