Regia di Noboru Tanaka vedi scheda film
Un voyeur passa intere giornate a spiare, dal solaio, gli inquilini di un edificio. Attratto in particolar modo da una disinibita moglie assassina. Classica produzione Nikkatsu.
Tokyo, 1923.
Saburo, nullafacente ma possibilitato a vivere di rendita, muovendosi come un ragno lungo le travi del soffitto, ha praticato diversi fori nel solaio per spiare i vari residenti dell'edificio in cui vive. Ovviamente le sue attenzioni vanno alle ospiti femminili, in particolare a Minako, donna sposata che però non perde occasione di ricevere amanti: un pagliaccio, un predicatore e persino l'autista Hiruta, che per l'occasione ha regalato alla "signora" una poltrona all'interno della quale si introduce furtivamente per possedere la donna. Quando Minako si accorge di essere spiata da Saburo, tra i due scatta un forte legame, consolidato poi dalla follia omicida della donna. Minako, infatti, mentre fa sesso uccide, sotto gli occhi del voyeur, il pagliaccio. È solo la prima vittima della coppia di perversi e sadici complici.
Nikkatsu: la più prolifica e celebre compagnia di produzione cinematografica giapponese. Nome sinonimo di paradiso per pochi, e di inferno per tanti. Lo spettatore medio, posto di fronte ad opere di questo tipo, nella migliore delle ipotesi crolla in un sonno ristoratorio. Se è fortunato. Perchè viceversa deve subire la tortura -ben peggiore della goccia cinese sul capo- della visione. Le solite trame impossibili, dove i personaggi (che tra l'altro hanno tutti la stessa fisionomia e gli stessi volti) pronunciano dialoghi deliranti (probabilmente anche a causa della difficoltà di traduzione) e fanno cose grottesche. Ad esempio, questo Yaneura no sanposha comincia con uno degli amanti di Minako che -con tono da commedia- supplica "la sua signora" per fare sesso, ottenendo come sensuale risposta una serie di risate che comunque non lo fermano dal proseguire l'attività. Qui poi, oltre alla brutta storia che -nemmeno a dirlo- da corso a sequenze erotiche come può esserlo Olivia di Braccio di Ferro in costume da bagno, le dimesse location e la statica regia di Tanaka invitano più volte ad interrompere la visione. Per puro masochismo lo spettatore più intrepido cerca di arrivare alla fine, anche solo per capire quanto oltre può andare la contorta fantasia dello sceneggiatore. Infatti, in questo, La casa delle perversioni può dirsi unico, dato che non capiterà mai più di vedere omicidi così originali (altro che Patrick vive ancora!): dall'autista godereccio soffocato dentro -proprio dentro, non sopra- la poltrona (!) al predicatore, eliminato sfruttando il suo punto debole (dormire a pancia in su' mentre russa). In definitiva ha un suo perchè, non certo erotico, thriller o drammatico: in chiusura presenta reali filmati del terrificante terremoto che ha colpito Tokyo l'1 settembre 1923.
"Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono." (Galileo Galilei)
F.P. 20/10/2019 - Versione visionata in lingua giapponese (durata: 76'23")
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