Regia di Augusto Tretti vedi scheda film
Bizzarro debutto, quello di Augusto Tretti (regista-soggettista-sceneggiatore), in un passato recente già sul set come aiutante di Fellini per Il bidone; La legge della tromba mette appieno in evidenza le doti visionarie e la profondità intellettuale dell'autore, la cui critica alle follie della società moderna (in campo lavorativo, in campo sentimentale, in campo legislativo) è gustosamente condita con forti dosi di ironia (e punte di satira) in una trama che procede con toni fumettistici fino alla (adeguatamente) buffa conclusione. C'è qualcosa di chapliniano nei personaggi di questa pellicola, leggerissima nella forma (anche per palesi, ma ben colmati, limiti di budget: vedansi le didascalie scritte a mano su fogli bianchi!), ma ben fornita di contenuti; Tretti chiama a interpretare numerosi ruoli - di volta in volta truccata in modo consono - la sua cuoca (!), che apre il film nelle ordinarie, casalinghe vesti dichiarando che non sa nulla di cinema e questa è per lei la prima esperienza (sarà anche l'ultima: ma forse solo perchè Tretti non avrà molte occasioni di tornare dietro la macchina da presa in futuro). Peccato che il regista si sia potuto esprimere al ritmo di un film per decennio (seguiranno Il potere nel 1972 e Alcool nel 1980), perchè ne La legge della tromba e nei successivi suoi lavori le idee abbondano. 6,5/10.
Celestino, rapinatore pasticcione, esce dal carcere e trova impiego in una fabbrica di trombe. Gli affari vanno talmente bene che un giorno il capo decide di fuggire all'estero con tutta l'azienda, portando con sè anche la fidanzata di Celestino. Che troverà presto un altro impiego: collaudatore di razzi spaziali.
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