Regia di Augusto Tretti vedi scheda film
Tretti ha girato tre film in circa vent'anni: un trittico di opere piuttosto differenti fra loro, del quale Il potere è il titolo centrale. Attraverso una ricostruzione storica un po' approssimativa - probabilmente anche per carenza di mezzi - la pellicola ripercorre varie fasi della perenne trasformazione del potere, per dimostrare che essenzialmente esso rimane sempre e comunque saldamente in mano alle stesse figure: dal millantatore preistorico che si spaccia per dio del fuoco alla triste epopea del Duce, dai conquistatori europei nell'America del far west agli odierni padroni del commercio. Tretti, anche autore della sceneggiatura, si dilunga particolarmente sull'era fascista, episodio durante il quale (lo segnala Wikipedia) si incarica anche di impersonare lo stesso Mussolini, indossando un mascherone caricaturale sul volto. Interessante l'idea di fare commentare le varie sequenze da tre fiere (citazione dantesca? parrebbe di no, piuttosto possono ricordare un coro greco), una tigre, un leone e un leopardo, che rappresenterebbero rispettivamente il potere economico, il potere militare e il potere agrario. I dialoghi sono nettamente più significativi della messa in scena, ma nonostante questa povertà estetica le idee non scarseggiano e quindi l'efficacia nel proporre il messaggio di fondo è comunque garantita; a corroborare i testi c'è una buona fantasia in fase di montaggio, a cura di Giancarlo Raineri; ad es.: un industriale racconta la superproduzione di pollame e l'abbondanza di cibo per tutti, mentre le immagini del tronfio discorrere dell'uomo si alternano a flash di bambini neri scheletrici, denutriti. Bel lavoro, un po' grezzo, talvolta facilmente retorico e abbastanza corto (appena ottanta minuti). 6/10.
Pseudo-documentario sull'origine (e sull'autoconservazione) del potere, dall'età della pietra fino ai giorni nostri.
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