Regia di Marco Limberti vedi scheda film
Madre, padre (anziani) e figlia (di mezza età) vengono sfrattati: dalla profonda Lombardia sono costretti a trasferirsi nel napoletano. Per lo strambo trio comincia una nuova, stramba vita.
Perché? Non è facile ipotizzare le ragioni che hanno spinto Mediaset a produrre questo lavoro; certo, è una maniera allegra e diversa dal solito per festeggiare il Natale sul piccolo schermo, però Non è Natale senza panettone rimane comunque un’operina poco più che dilettantesca che a malapena raggiunge i già bassi standard televisivi in quanto a scenografie, costumi, recitazione, dialoghi e in generale sia per la forma che per i contenuti. Si badi bene: la compagnia teatrale dialettale de I legnanesi (i tre protagonisti: Enrico Dalceri, Lorenzo Cordara e Antonio Provasio, che è anche sceneggiatore qui insieme a Mitia Del Brocco) sa stare in scena alla grande: ma non si distacca neppure per un secondo dai ritmi e dai toni del palcoscenico, e allo stesso modo una storia pretestuosa e arruffata come questa potrebbe forse funzionare in teatro, ma in tv genera inevitabilmente un mix di sbadigli e perplessità. I personaggi milanesi, per fare un esempio, si trasferiscono a Napoli e anziché incontrare napoletani, incontrano soltanto altri lombardi: Gianluigi Nuzzi, Emanuela Folliero (anche per le comparsate si è pescato dal guardaroba Mediaset, naturalmente), Claudia Penoni, perfino Evaristo Beccalossi; fanno inoltre una capatina nel film anche Gigi D’Alessio, Edoardo Romano dei Trettrè e Pucci, nel segmento di apertura. Ampio campionario di dialoghi in dialetto milanese, oltretutto, che non aiutano la comprensione del pubblico del resto d’Italia; salvare qualcosa al di là della buona volontà è impresa ardua. Regia: Marco Limberti, già assistente di Pieraccioni e Veronesi, nonché autore di Cenci in Cina (2009) e di qualche serie tv. 2/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta