Regia di Kyle Balda, Brad Ableson vedi scheda film
Il tempo passa, le certezze man mano sfumano, i sogni cambiano, ma se c’è una cosa che resta invariata, quella è la passione, se così vogliamo chiamarla, forse sarebbe meglio dire questa sorta di affetto, che sembra essersi sviluppato intorno ai personaggi dei Minions, quegli strani esserini gialli dalla lingua incomprensibile, o per meglio dire, dalla lingua con solo alcune parole comprensibili, pronunciate in un dialetto incerto ma troppo divertente, che, nonostante tutto, resta immutato. Basta guardare gli incassi che hanno fatto durante la settimana di anteprima al cinema (niente a che vedere con il primo film, ma considerando che il cinema è cascato in un vortice discendente senza fondo, direi che il risultato va considerato eccome).
Questo secondo capitolo che sarebbe dovuto essere ancora una volta incentrato su coloro che inizialmente erano i personaggi di contorno rispetto alla pellicola originaria, ha le vesti di un prequel che, per la delusione di tutti i fan, mai come il primo, finisce per rimettere al centro dell’attenzione Gru che torna a prevalere sui nanetti gialli; riporta infatti lo spettatore alle origini del male, quello che Gru ha abbracciato fin da piccolo, e alle motivazioni che lo hanno spinto a convertirsi al lato oscuro della vita.
L’introduzione di nuovi personaggi, oltre al ritrovare quelli in passato già citati qui in una versione ingenua e giovanile, ha arricchito la trama di dettagli e situazioni che finiscono per creare confusione e una conseguenziale uscita dai binari che tende ad abbassare il ritmo divertente che raggiunge alti livelli solo in alcuni casi particolari.
La lunga attesa, causata dal continuo posticipare l’uscita della pellicola, causa pandemia, ha offerto allo spettatore un prodotto che dava l’impressione di essere stato già consumato e di cui si finisce per percepire ancora solo l’amaro retrogusto di una delusione annunciata.
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