Regia di Jason Reitman vedi scheda film
A confronto del remake del 2016 di Paul Feig, questo sembra un film diretto da Denis Villeneuve e scritto da Christopher Nolan! Eppure continuo a pensare all’effetto deleterio provocato da “Stranger Things” sul revisionismo degli anni ’80: un’omologazione senza spessore di forme e contenuti, come in questo caso.
L’incipit è bello e in generale si nota come Reitman (padre dell’Ivan autore dei due cult originali) ci metta un cuore, un’anima e una dedizione personali (ammetto come il “cameo” finale di Harold Ramis sia toccante). C’è insomma un qual certo trasporto (al quale avrebbero però giovato 20 minuti di meno), ma è una strizzatina d’occhio continua, un susseguirsi di repliche dei topoi originali senza – mi si perdoni il gioco di parole – alcuna originalità.
Con sguardo distaccato (non sono mai stato uno sfegatato ammiratore dei vecchi capostipiti), riconosco come tutto, in “Ghostbusters: Legacy”, sia sostanzialmente impeccabile (ritmo, effetti visivi), come tutto a suo modo funzioni, ma è puro fan service.
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