Regia di Jason Reitman vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA - FILM D'APERTURA / AL CINEMA
Nei pressi della cittadina in mezzo al deserto conosciuta come Summerville, un anziano in fuga attira presso la sua diroccata magione una entità che lo elimina senza pietà alcuna.
Subito dopo assistiamo al trasferimento in quella casa diroccata di una madre single e dei suoi due figli adolescenti, tutti e tre sfrattati dalla propria dimora, e pertanto costretti a stabilirsi in quel posto decisamente inospitale.
Poco per volta, i due ragazzi riusciranno a farsi un'idea del particolare interesse che occupava il loro strano nonno, e del perché fino alla fine l'uomo si sia battuto da paladino contro una minaccia che - lo verificheranno di persona entrambi i nipoti - tornerà a manifestarsi sotto forma di entità spettrali tramite un portale che si rivela una minaccia degna degli episodi che occuparono gli acchiappafantasmi tra metà e fine degli anni '80.
Il figlio di Ivan, ovvero Jason Reitman - uno esperto in commedie sofisticate non meno del padre, riprende il dittico del genitore e si prende cura di portarne a termine una sorta di trilogia con finale tardivo, tutto dedicato all'onore del compianto attore e regista Harold Ramis, che rivive in digitale da anima trapassata, onorato dagli altri illustri protagonisti, tutti presenti in camei o poco più per onorarne la figura.
Riecco pertanto Dan Aykroyd che, richiamato dalla giovane protagonista, torna in azione portandosi dietro Bill Murray e Ernie Hudson. La bella Sigourney (Weaver, of course) appare quasi fuori tempo massimo, ma rende ancora più prezioso il suo cameo oltre i titoli di coda, in uno spassoso duello-confronto col Murray sornione più del solito.
Forti dell'armamentario vintage che li riunisce ai fasti dei primi due episodi, Ghostbuster Legacy è un filmetto celebrativo leggero un po' puerile che funziona bene soprattutto o solo come "amarcord" ed omaggio carino e rispettoso (oltre che sinceramente commovente nel suo finale dedicato al compianto attore e regista brillante e sin sottostimato Harold Ramis) dei tempi che furono, incapace di resuscitare un genere a metà strada tra il film per ragazzi e l'horror per famiglie.
Simpatici ed opportuni i due adolescenti coraggiosi e svegli, degni di cotanto nonno, ovvero la nerd Mckenna Grace e il "cantantino" Finn Wolfhard, mentre un po' troppo di contorno e banalotti appaiono, nel ruolo di madre single un po' incredula e superficiale Carrie Coon o il prof genialoide ed imbranato Paul Rudd, decisamente sprecato.
Un film quasi atto dovuto per terminare degnamente una trilogia rimasta zoppa dopo il secondo episodio, a mio ricordo sin più dark e convincente del primo, che toglie di mezzo un reboot tutto femminile ma tutt'altro che memorabile datato 2016.
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