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Ghostbusters: Legacy

Regia di Jason Reitman vedi scheda film

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La recensione su Ghostbusters: Legacy

di supadany
6 stelle

Nostalgia canaglia. Più andiamo avanti, più ci guardiamo alle spalle, rimpiangendo quanto ormai andato in archivio. Ciò avviene anche - per non dire, soprattutto - nel cinema, che da tempo ha individuato nel passato, prevalentemente non troppo remoto e quindi sostanzialmente galleggiante nella memoria, una miniera d’oro da saccheggiare, con soggetti di successo pronti a riprendere vita. Un riavvolgimento del nastro dei ricordi che richiede opportuni aggiustamenti all’epoca corrente, soppesando gli elementi a referto, alla ricerca di un indice di sostenibilità e dell’indispensabile linfa in grado di convogliare un range più ampio possibile di pubblico.

Questa disposizione definisce le fondamenta di Ghostbusters: Legacy, che nel sottotitolo italiano, quantunque riscriva quello originale Afterlife mantenendo la dicitura in inglese, pone in rilievo la questione ereditaria, assolutamente saliente, elaborando un passaggio di consegne tra gli eroi degli anni ottanta e chi sarebbe disposto a fare carte false pur di agguantare il testimone.

Summerville, Oklahoma. Dopo la morte di Egon Spengler (Harold RamisStripes, un plotone di sfigati), la figlia Callie (Carrie CoonThe leftovers, svaniti nel nulla) e i nipoti Phoebe (McKenna GraceGifted, il dono del talento) e Trevor (Finn WolfhardStranger things) soggiornano nella sua diroccata dimora.

Mentre Callie viene corteggiata da Grooberson (Paul RuddAnt-man), un professore di fisica, e Trevor è già completamente cotto di Lucky (Celeste O’Connor - Freaky), Phoebe stringe amicizia con Podcast (Logan Kim), comincia a prendere confidenza con la strumentazione del nonno e soprattutto intuisce che Summerville è interessata da fenomeni insoliti.

Nel giro di pochi giorni, queste manifestazioni sovrannaturali si paleseranno con crescente vigore, costringendo tutti i protagonisti a indossare i panni degli acchiappa fantasmi, supportati nella loro impresa da innesti insperati.

 

Paul Rudd, Mckenna Grace, Logan Kim

Ghostbusters: Legacy (2021): Paul Rudd, Mckenna Grace, Logan Kim

 

Dopo i fasti del primo Ghostbusters e i cartoni animati che hanno imperversato in televisione (chi scrive è nato nel 1979 e li ha visti a ripetizione), il franchise aveva arrancato con un fiacco sequel, per poi essere rispolverato pochi anni or sono con una sciagurata versione al femminile. Questa volta, il progetto è decisamente più sensato, diretto da un regista solitamente votato all’impegno, seppure senza esagerare, qual è Jason Reitman (Juno, Tra le nuvole), che sceneggia a braccetto con Gil Kenan (Ember – Il mistero della città della luce), rimembrando la lezione consegnatagli da suo padre, Ivan Reitman (Dave. Presidente per un giorno, I gemelli).

Si spiega così il rispetto ossequioso con cui è stato plasmato questo ibrido tra sequel, reboot e revival, che insegue e persegue un’equazione tanto complessa per la quantità di elementi richiamati all’appello, quanto semplice per l’impianto effettivo.

Dunque, la membrana è di stampo nerd & geek, imbottita di gingilli e suppellettili che riaccendono il ricordo, mentre lo svolgimento ha una lievitazione lenta, contrassegnata da una carrellata di ospitate risalenti all’originale e tre nuove piste, suddivise tra giovanissimi, adolescenti e adulti.

Tra i più giovani, emergono le note più liete, un concreto segnale di un’ottica positiva e futuribile, fondamentalmente per una caratterizzazione che propone interessi oggi sconosciuti (ah, quanto è noiosa e inflazionata la scienza… ) e valorizzati da un’intuitiva McKenna Grace (penso che ne sentiremo riparlare spesso), mentre le dinamiche tra gli adolescenti rimangono imbrigliate negli stereotipi, mentre tra gli adulti ruotiamo dalle parti della commedia classica, sospinta dalla spontanea vena comica di Paul Rudd e dalla classe decisamente sopra la media di Carrie Coon.

La risultante che ne deriva è scostante, sostanzialmente gradevole ma anche sgualcita, una formulazione in ordine sparso (pro e contro si danno il cambio) che non mette mai il carro davanti ai buoi, allungando la falcata in corrispondenza dell’ultimo tratto che, tra graditi ritorni, effetti speciali old school e un commovente ricordo di Harold Ramis, rende praticamente superfluo tutto il resto, per dirla tutta decisamente raffazzonato.

 

Ivan Reitman, Carrie Coon, Jason Reitman, Mckenna Grace, Finn Wolfhard

Ghostbusters: Legacy (2021): Ivan Reitman, Carrie Coon, Jason Reitman, Mckenna Grace, Finn Wolfhard

 

Nel complesso, Ghostbusters: Legacy tratta con i guanti il passato, con un’esecuzione alla mano che snocciola contentini incessantemente. Ha uno statuto variabile, una stesura abbondante che, all’insegna dell’osmosi, si snoda tra rinnovamento e tradizione, proponendo un mix tra giovani promettenti e vecchie glorie, dispensando associazioni variegate, un po’ Goonies per la sua natura avventuriera, un po’ Stranger things per l’irruzione del soprannaturale, cercando disperatamente, con tanta buona volontà ma anche confusione, di allargare il suo bacino di utenza (dai primi dati al botteghino, non sembra aver fatto breccia).

Generoso e compilativo, umile e spettinato.

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