Regia di Max Barbakow vedi scheda film
Non mi è piaciuto. Eppure i film sui paradossi temporali mi intrigano, e ho apprezzato Auguri per la tua morte e il suo seguito.
Qui abbiamo due variazioni sul tema.
La prima: la pena di rivivere la giornata mille e più volte non tocca a una sola persona ma a due persone. Lui svogliato, discreto affabulatore a dispetto della sua vacuità, erotomane (per noia?) e bisessuale passivo (per noia?) e alcoolizzato (per noia?) dato che in ogni scena tiene in mano -almeno- una lattina di birra, tanto da farmelo risultare insopportabile; lei annoiata e ingenua che poi si scoprirà più annoiata che ingenua, ma anche sorella infedele (per noia?).
La seconda: la coppia di protagonisti (prima lui e poi lei) prende gusto alla situazione, adattandosi perfettamente alla vita vacua di una giornata da ripetere mile e più volte nello stravizio.
I due, ma chi l'avrebbe mai detto, dopo tante goliardiche giornate passate insieme, finiranno per innamorarsi e, dopo un tira e molla incongruente e poco credibile, a mantenere vivo il loro sentimento fino al lieto fine (nel film, perché dopo non si può non essere certi che i due siano destinati a un miserabile fallimento).
La sceneggiatura si sbriciola a 5 minuti dalla fine quando lui arriva all'appuntamento decisivo con lei grazie a un motociclista che si eclissa immediatamente dopo come se non fosse mai esistito e alla scenetta durante i titoli di coda che per allargare il lieto fine al terzo, incomodo (poco) protagonista si fa beffe del pretesto della storia: qualcuno immagina Bill Murray che ne Il giorno della marmotta lascia un biglietto scritto alla sua amata e lei lo legge il giorno dopo?
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