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Uncle Frank

Regia di Alan Ball vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Uncle Frank

di Andreotti_Ciro
5 stelle

Nel 1973 Beth Bladsoe lascia il suo piccolo paese per recarsi a studiare alla New York University dove ad accoglierla ritrova suo zio Frank. La frequentazione fra i due porta Beth a incontrare Wally, il compagno di suo zio e a scoprire che questa è la ragione per la quale Frank, ormai da molti anni, non ritorna al paese a trovare i genitori. La morte del padre porterà però l’uomo ad attraversare gli Stati uniti per la funzione funebre e per rincontrare dopo molti anni la propria famiglia.

 

Storia d’incomprensioni che regna sovrana nella middle class d’oltreoceano, fra un figlio con una carriera di docente di letteratura molto ben avviata e un padre che non ne ha mai accettato le inclinazioni affettive. Paul Bettany riesce nell’impresa di non stereotipare la figura dell’intelletuale omosessuale sfuggito alla vita di provincia per affrancarsi dalle convinzioni famigliari e di paese, prima per laurearsi e poi per trovare la propria dimensione nella grande Mela. Al suo fianco l’appena diciottenne Sophia Lillis, che dopo I due capitoli It confeziona una nuova prova convincente maggiormente giocata sui sentimenti e la riflessione e non più su azione, pathos e le scene horror. Nipote di Frank, iscritta al primo anno di college e che come già aveva fatto in precedenza lo zio desidera spiccare il volo ben lontano dalla vita del Midwest, tutto questo nonostante rappresenti il trait d’union fra l’adorato zio e le proprie origini. La terza pellicola firmata dal drammaturgo e regista Alan Ball, sua la sceneggiatura di American beauty, restituisce l’ambiente ovattato e perbenista d’inizio anni ’70 che distingueva la provincia Americana rispetto alla grande metropoli, ma nonostante le ottime performance del cast si perde nelle ultime curve fatte di buonismo e di un finale sufficientemente scontato, con la prevedibile accettazione del figliol prodigo da parte di chi avrebbe potuto disapprovarlo. Da vedere in assenza di altro ma consigliamo, dello stesso Ball, sia la già citata American beauty, così come la serie culto Six Feet Under.

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