Regia di Dominic Cooke vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - SELEZIONE UFFICIALE
Ecco come a un uomo qualunque, di professione rappresentante di commercio attivo nell'Est europeo, è stato possibile trasformarsi, suo malgrado, ed in un'epoca di piena tensione da Guerra Fredda, nella più importante spia britannica al servizio di una sorta di joint venture che si creò, in quei foschi anni, tra l'agenzia di spionaggio britannica MI-6 e la CIA.
La sua collaborazione con l'ufficiale sovietico Oleg Pekovsky, spia al soldo dell'Occidente impegnato a fornire informazioni cruciali per sventare quel secondo scoppio nucleare dato all'epoca come per inevitabile ed imminente, fu basilare e necessaria per scongiurare la fine.
La pagò carissima, Greville Wynnein, questo il suo nome. Una pena durissima in termini di detenzione nelle prigioni russe; ma la pagò ancor più duramente, addirittura con la vita, il suo collega russo, col quale il nostro uomo ebbe modo di sviluppare anche una sincera, condivisa oltre che cruciale, amicizia.
Il film di Dominike Cooke, regista del più che dignitoso Chesil Beach tratto da Roth, ci racconta in modo ben scandito e chiaro una vicenda complessa, che nel film riesce a esplicitarsi senza eccessiva farraginosita', spesso parte essenziale del genere dedicato alle spy stories.
La narrazione, liberamente tratta da un fatto realmente accaduto, sconfina a volte in qualche eccesso di enfasi, ma in fin dei conti il plot funziona, grazie anche ad un buon cast ove primeggia una star di primo rango come Benedict Cumberbatch, sottoposto, per ragioni di racconto, ad un dimagrimento più che evidente e dagli effetti sorprendenti, atti a rimarcarne la serietà professionale della celebre star.
Lo affiancano, tra gli altri, il bravo Merab Ninidze nel ruolo del traditore russo che sogna l'Occidente per sé e la propria famiglia, e l'emergente validissima Jessie Buckley, recentemente apprezzata nel notevole "Sto pensando di finirla qui", di Charlie Kaufman.
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