Una donna con qualche problema di relazione sociale e con una forte passione per l'arte, l'artigianato, i cavalli e i programmi sul crimine soprannaturale, vede i suoi sogni incredibilmente lucidi confondersi con la vita di tutti i giorni.
La vita della timida Sarah è un cammino a ostacoli determinato dalla somma di tutte le sue insicurezze. Solo nei suoi pensieri sognanti si sente sicura. Così come quando rivolge le sue più miti attenzioni agli amati cavalli. Peccato che da una caratterizzazione interessante non ne sia scaturito un film che ne metta in risalto tutte le potenzialità.
Parte bene per poi virare sul paranormale spinto e lì ci sarebbe voluta una grande regia. Purtroppo per lui Jeff Baena è solo un onesto mestierante ed infatti il suo lavoro assomiglia molto di più ad un inestricabile pasticcio che ad un capolavoro.
a mck: vaffanculo te, ghezzi e tutti gli impostori intellettuali come te.
Per i moderatori che interverranno per censurarmi: non ho torto io se li/vi mando affanculo: è legittima difesa (più che altro verso terzi).
Viva le scienze sociali, abbasso la "cultura umanistica" gentiliana e fascista (di merda).
Ah, dimenticavo: andate affanculo.
Film di una complessità infinitamente superiore alle medie delle produzioni Netflix, di lettura non semplicissima. Alison Brie (che già apprezzavo da tanto) qui alla prova della maturità, davvero bravissima a interpretare un personaggio piuttosto complicato.
Sulle divagazioni di una narrazione che mette in campo situazioni e personaggi fuori quadro o senza sbocchi, prevale il senso sottile di un disagio umano che ribalta il consueto ordine tra realtà e apparenza con cui in genere guardiamo al disagio mentale : non spia di una insanabile patologia, ma risorsa di una insospettata capacità di astrazione.
La vita della timida e impacciata Sarah, scandita dalla grigia routine lavorativa in un negozio di casalinghi e dalla passione mai sopita di ex cavallerizza non praticante, viene sconvolta dal sonnambulismo e da inspiegabili esperienze oniriche. La sua inesorabile deriva psicotica viene ulteriormente aggravata dalle ipotesi razionali che mette in campo per giustificare gli inquientanti fenomeni… leggi tutto
“Horse Girl” (dolce, ma terribile, commovente e doloroso, roseo/ameno, ma non arreso, e triste, ma - attenzione: sto per usare la parola “resiliente” - resiliente) termina a quattro quinti del suo percorso, venuta fisiologicamente, ambientalmente ed epigeneticamente a mancare quasi ogni funzione discernente (deficit del filtro sensoriale) dei lobi… leggi tutto
Sarah è una ragazza solitaria e schiva, che lavora come commessa in un negozio di artigianato artistico, accanto alla sua titolare, Joan sempre affettuosa e prodiga di consigli e parole gentili. Lei è appassionata in modo maniacale ad una serie tv, “Purgatory” che mischia elementi crime a magia nera, nutre una profonda passione per Willow, il… leggi tutto
“ROAR” (che non è un acronimo di senso compiuto, ma la traslitterazione onomatopeica di un ruggito*), la serie antologica (come “MonsterLand” di Mary Laws da Nathan Ballingrud per…
Sarah è una ragazza solitaria e schiva, che lavora come commessa in un negozio di artigianato artistico, accanto alla sua titolare, Joan sempre affettuosa e prodiga di consigli e parole gentili. Lei è appassionata in modo maniacale ad una serie tv, “Purgatory” che mischia elementi crime a magia nera, nutre una profonda passione per Willow, il…
- In un decennio d'iscrizione a FilmTV.it ho mai pubblicato una classifica dei migliori film - fra quelli cui ho avuto l'opportunità di assistere - dell'anno passato: lo faccio in quest'occasione perché…
“Il tuo istruttore di scuola guida era uno junghiano?” “Sto pensando di finirla qui” (ma anche: “...di porre fine alle cose”), recita il titolo, allarmante, del romanzo…
“I'd like to buy the world a cock.” - Don, ovvero Dick. Coca-Cola. Caco-Cola. Cloaca. Dopo la lettera aperta anti-fumo (Lucky Strike) Don dovrà scriverne una (forse negli anni…
La vita della timida e impacciata Sarah, scandita dalla grigia routine lavorativa in un negozio di casalinghi e dalla passione mai sopita di ex cavallerizza non praticante, viene sconvolta dal sonnambulismo e da inspiegabili esperienze oniriche. La sua inesorabile deriva psicotica viene ulteriormente aggravata dalle ipotesi razionali che mette in campo per giustificare gli inquientanti fenomeni…
Sarah è una giovane commessa un po’ svampita che ha la passione per i cavalli e va spesso in un maneggio a trovarne uno a cui è particolarmente affezionata. Poco alla volta tuttavia inizia ad avere delle visioni: si convince in breve di essere la reincarnazione di sua nonna, mentre il suo distacco dal mondo reale diviene sempre più concreto e tangibile.
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“Horse Girl” (dolce, ma terribile, commovente e doloroso, roseo/ameno, ma non arreso, e triste, ma - attenzione: sto per usare la parola “resiliente” - resiliente) termina a quattro quinti del suo percorso, venuta fisiologicamente, ambientalmente ed epigeneticamente a mancare quasi ogni funzione discernente (deficit del filtro sensoriale) dei lobi…
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Commenti (9) vedi tutti
Lenta ed efficace discesa di una ragazza nella schizofrenia. Ma anche gli UFOfili avranno pane per i loro denti.
commento di moviemanUna mente turbata ci sbomballa per tutto il film...azzo che noia e sofferenza....sbomballatevi un po' voi...
commento di ezioStranissimo film. Tema intrigante, ma sviluppato in modo confuso. Buona la prova attoriale della protagonista
leggi la recensione completa di Furetto60La vita della timida Sarah è un cammino a ostacoli determinato dalla somma di tutte le sue insicurezze. Solo nei suoi pensieri sognanti si sente sicura. Così come quando rivolge le sue più miti attenzioni agli amati cavalli. Peccato che da una caratterizzazione interessante non ne sia scaturito un film che ne metta in risalto tutte le potenzialità.
commento di Peppe ComuneUna parte della mente rimane ferma mentre un'altra inizia a ballare la riverdance trasportando entrambe - e il resto - altrove.
leggi la recensione completa di mckParte bene per poi virare sul paranormale spinto e lì ci sarebbe voluta una grande regia. Purtroppo per lui Jeff Baena è solo un onesto mestierante ed infatti il suo lavoro assomiglia molto di più ad un inestricabile pasticcio che ad un capolavoro.
commento di bombo1a mck: vaffanculo te, ghezzi e tutti gli impostori intellettuali come te. Per i moderatori che interverranno per censurarmi: non ho torto io se li/vi mando affanculo: è legittima difesa (più che altro verso terzi). Viva le scienze sociali, abbasso la "cultura umanistica" gentiliana e fascista (di merda). Ah, dimenticavo: andate affanculo.
commento di irvineFilm di una complessità infinitamente superiore alle medie delle produzioni Netflix, di lettura non semplicissima. Alison Brie (che già apprezzavo da tanto) qui alla prova della maturità, davvero bravissima a interpretare un personaggio piuttosto complicato.
commento di silviodifedeSulle divagazioni di una narrazione che mette in campo situazioni e personaggi fuori quadro o senza sbocchi, prevale il senso sottile di un disagio umano che ribalta il consueto ordine tra realtà e apparenza con cui in genere guardiamo al disagio mentale : non spia di una insanabile patologia, ma risorsa di una insospettata capacità di astrazione.
leggi la recensione completa di maurizio73