Trama
Di fronte a una gravidanza non voluta e alla mancanza di supporto locale, Autumn e la cugina Skylar, due adolescenti di campagna della Pennsylvania, si avventurano alla volta della città di New York. Il loro sarà un viaggio che le aiuterà a scoprire il valore dell'amicizia, del coraggio e della compassione.
Approfondimento
MAI RARAMENTE A VOLTE SEMPRE: DUE ADOLESCENTI E L'ABORTO
Diretto e sceneggiato da Eliza Hittman, Mai raramente a volte sempre racconta la storia di due cugine adolescenti alle prese con la risoluzione di un problema che dalle campagne della Pennsylvania le porterà fino alla città di New York. Tutto ha inizio quando la diciassettenne Autumn, guardandosi allo specchio, nota alcuni segni di trasformazione corporea inevitabili. Visitando un consultorio, ogni suo dubbio viene fugato: un test le conferma di essere incinta. Gli opuscoli del centro che incoraggiano il parto e l'eventuale adozione non le suggeriscono però cosa fare e cosa sapere. Le sue ricerche personali non sono incoraggianti e da minorenne non può ricorrere all'aborto senza il consenso dei genitori. Ciò la porta anche a prendere in considerazione alcuni dei metodi secolari a cui le donne era solite ricorrere per affrontare le gravidanze indesiderate. Continuando a celare i suoi dubbi alla madre, Autumn non nasconde la sua angoscia alla cugina e miglior amica Skylar, che vede ogni giorno a scuola e lavorando part time come cassiera. Non appena intuisce la gravità della situazione, Skylar le offre il suo sostegno incondizionato. Con l'indirizzo di una clinica di Brooklyn in mano, le due ragazze salgono su un autobus mattutino diretto a New York. Ma il loro viaggio prende una svolta inaspettata quando Autumn scopre che non è possibile risolvere il tutto con una sola visita. Sarà così che le due cugine vivranno due giorni e due notti piene di vita in una città sconosciuta e travolgente, rafforzando il loro legame di profonda solidarietà, compassione e amicizia.
Con la direzione della fotografia di Hélène Louvart, le scenografie di Meredith Lippincott, i costumi di Olga Mill e le musiche di Julia Holter, Mai raramente a volte sempre è l'intimo ritratto di due adolescenti alla scoperta della vita. Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival 2020 (dove ha vinto il Premio speciale della Giuria) prima e in concorso al Festival di Berlino 2020 dopo, è stato così presentato: "Sebbene parli innegabilmente di temi che occupano l'agenda sociale e politica del III millennio e delle questioni inerenti alle scelte delle donne di fronte a una gravidanza e all'accesso alle cure sanitarie, Mai raramente a volte sempre ha origine da una storia accaduta alla fine dell'autunno del 2012 quando tutto il mondo è venuto a conoscenza della morte di Savita Halappanavar, una dentista ventottenne che viveva in Irlanda. La donna era incinta del suo primo figlio ed era già in critiche condizioni quando venne ricoverata in un ospedale di Galway. Le complicazioni spinsero la donna a richiedere un aborto d'urgenza ma le fu respinto... ed è così che, contraendo la sepsi, morì il 28 ottobre, una settimana dopo essere arrivata in ospedale. Leggendo la vicenda, ricordo di essermi sentita devastata. Mi informai subito su internet delle leggi sull'aborto in Irlanda e scoprì come l'aborto fosse considerato un crimine. Alcune donne riuscivano ad abortire andando in altri Paesi, dove la procedura era legale: a proposito, ho anche letto un saggio di Ann Rossiter su un sistema clandestino messo a punto per aiutare le irlandese ad andare in Inghilterra. Ho trovato quasi avvincenti i resoconti dei viaggi delle donne e da lì è nata l'idea di scrivere in un primo momento una vicenda ambientata in Irlanda. Poiché poi ho ritenuto il progetto troppo ambizioso, ho mi son detta: perché non realizzarne una versione tutta americana?".
"Nonostante la sentenza Roe contro Wade del 1973 abbia stabilito il diritto di una donna a interrompere una gravidanza nel primo trimestre, - ha aggiunto la Hittman - le successive decisioni della Corte Suprema hanno permesso ai singoli stati di imporre alcune restrizioni. In molte città, le donne non hanno facile accesso all'aborto e in tante sono costrette a recarsi a New York, dove tutto è più alla portata di mano. Non sempre però possono permettersi molti soldi e alcune di loro finiscono per dormire sulle panchine la sera, dal momento che i costi della città sono proibitive. Ulteriori ricerche mi hanno spinto verso le campagne della Pennsylvania, dove le sempre più rigide restrizioni spingono le donne a recarsi nella vicina New York e nel New Jersey. Mi sono imbattuta nei consultori e nella realtà che vi gravita intorno, tutta incentrata sull'importanza della nascita o della possibilità di dare il bambino in adozione. Ho voluto sottopormi in prima persona a tutto ciò che una donna affronta una volta che vi mette piede, dal test di gravidanza in poi. L'esperienza mi ha spinto a rimettere mano alla mia sceneggiatura e a rimodellare in maniera definitiva il mio Mai raramente a volte sempre".
Il cast
A dirigere Mai raramente a volte sempre è Eliza Hittman, regista e sceneggiatrice statunitense. Nata e cresciuta a Brooklyn, ha realizzato il suo primo corto nel 2008. Con un master conseguito al California Institute of the Arts, è considerata una delle registi emergenti da tenere d'occhio: il suo primo… Vedi tutto
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- Orso d'argento Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino 2020
Commenti (9) vedi tutti
Uno spaccato credibile della realtà americana,tra consultori di provincia ideologicamente schierati e l'eccellenza sanitaria di una grande città che, dietro i suoi consulenti finanziari e assicurativi, non dimentica accoglienza e comprensione umana. Bravissime le due protagoniste, personaggi di una fiaba moderna di un paese non del tutto moderno.
commento di maurizio73Mai raramente a volte sempre gran bel film intimo, puro catartico, dramma neorealista con la mdp addosso alla splendida debuttante protagonista la malinconica Autumn.
leggi la recensione completa di claudio1959Assegnandone tre, sottraggo volutamente una, forse due stellette alla mia valutazione sintetica: una bellissima sceneggiatura e un'ottima regia (per non dire della fantastica prova dell'attrice protagonista) mancano colpevolmente di una valutazione complessiva della questione "aborto", in perfetto clima di pensiero main stream.
leggi la recensione completa di leporelloUn on the road di formazione per due ragazzine verso una grande citta' che non dorme mai....bello,da vedere.
commento di ezioDue etti e poco più, due mignoli intrecciati, e qualche livido (temporaneo e permanente).
leggi la recensione completa di mckPro-Choice. My body my choice.
leggi la recensione completa di Utente rimosso (VictorAoki)La cosa migliore del film è il modo in cui agisce di sottrazione per mostrare la difficile decisione di abortire. L'adolescenza è un'età complicata ed Eliza Hittman la filma facendo della bella amicizia tra Autumn e Skylar il legame adatto per superare anche le sfide esistenziali più complicate. Una complicità trattata con molto garbo registico.
commento di Peppe ComuneUno spaccato di vita vera che ricorda un po' i capolavori del neorealismo. Non sembra neanche un film statunitense dato che sono completamente assenti i soliti atteggiamenti e dialoghi da smargiassi che li contraddistinguono. Un piccolo gioiello con al centro due attrici tanto giovani quanto brave. Da non perdere.
commento di bombo1Uno spaccato di vita vera che ricorda un po' i capolavori del neorealismo. Non sembra neanche un film statunitense dato che sono completamente assenti i soliti atteggiamenti e dialoghi da smargiassi che li contraddistinguono. Un piccolo gioiello con al centro due attrici tanto giovani quanto brave. Da non perdere.
commento di bombo1