Regia di John Krasinski vedi scheda film
Nato praticamente tra le mura domestiche, A Quit Place ruotava completamente sul tema della famiglia, e non poteva essere diversamente visto che è stato creato e si é evoluto nel salotto di casa della famiglia Krasinski, con la moglie (Emily Blunt) tanto entusiasta del progetto da obbligare il marito (John Krasinski) ad affidargli il ruolo di protagonista femminile.
Entusiasmo ottimamente ricompensato da un incasso mondiale di oltre 300 milioni di dollari a fronte di una spesa, invece, di appena 17.
Un successo, anche di critica, che ha obbligatoriamente portato alla realizzazione di un sequel, primo passo per una successiva serializzazione del brand.
Superate le titubanze iniziali dello stesso Krasinski, che alla fine ha ceduto solo dopo aver trovato una storia che effettivamente avesse interesse a portare sullo schermo, è stato quindi messo in cantiere il sequel, con un budget più consistente (circa 61 milioni di dollari) e prodotto anche da Michael Bay, senza mai cedere, per volere dello stesso regista, allo streming anche in piena pandemia per aspettare e per poi approdare appena possibile al cinema.
Una scelta anche coraggiosa ma, dopo aver visto i risultati oltreoceano, che ancora una volta a ripagato il suo autore per un sequel che non tradisce mai l’opera precedente ma ne diventa invece la sua naturale evoluzione..
Dopo un preambolo ambientato nel primo giorno dell’invasione, e che riporta in scena tutti i membri della famiglia Abbott, il film riprende la storia esattamente da dove si era interrotta, con gli ultimi superstiti che partono alla ricerca di un nuovo luogo sicuro, sempre che ne possa ancora esistere uno.
Lo sviluppo narrativo non presenta particolari innovazioni, presentando l’horror post-apocalittico come specchio immaginifico di molte istanze contemporanee, prendendosi tutto il tempo necessario per immergerci nuovamente in questo mondo collassato e privo di tecnologie, in una riflessione anche sul frastuono dell’epoca moderna e sul bisogno invece catartico del silenzio anche come modo per ritrovare se stessi (nel bene o nel male), tra attese ricche di tensioni e/o attacchi subitanei e violenti, gestite molto bene dal regista, ed esaltate anche dall’enorme lavoro sul sonoro sfruttato come ulteriore elemento di suspense e confinando al contrario l’uso della CGI, comunque piuttosto buono, come mero bisogno scenografico o comunque al servizio della messa in scena.
Una messa in scena di cui uno dei più riusciti é l’utilizzo del montaggio alternato per massimizzare i livelli di intensità emotiva, e se inizialmente sembra più un semplice esercizio di stile assume invece una maggiore catartica concretezza, anche narrativa, nella parte finale, scegliendo di portare avanti in parallelo le vicende dei protagonisti mostrando l’interazione delle loro mosse e le conseguenze che arrivano a creare sugli altri.
Fondamentale in questo senso il contributo di Michael P. Shawver in fase di montaggio capace di esaltare ogni momento di tensione di una storia che potrebbe erroneamente sembrare fin troppo semplice.
Krasinski, autore di una sceneggiatura precisa per quanto non rivoluzionaria, ritorna brevemente anche come attore nel prologo per poi lasciare il campo alla moglie Emily Blunt, questa volta più in secondo piano per lasciare invece maggiore spazio, narrativo ma anche di evoluzione personale, ai "figli" Millicent Simmonds e Noah Jupe.
Soprattutto la talentuosa Simmonds, attrice realmente sorda dall’età di un anno, é ancora una volta al centro della narrazione, giovane non udente in un mondo minacciato da alieni dal super-udito ma ironicamente chiave della salvezza per molti grazie al suo apparecchio acustico difettoso.
Come new entry il bravissimo Cillian Murphy direttamente dal set del televisivo Peanky Blinders, e Djimon Hounsou.
Krasinski ha già annunciato un terzo capitolo ma racconterà una nuova storia e di nuovi personaggi diretti, questa volta, non da lui ma dal regista di Mud e (soprattutto) Midnight Special, Jeff Nichols.
Aspettiamoci nuovi capitoli quindi di questa guerra silenziosa ormai diventata a tutti gli effetti un nuovo brand di Hollywood.
VOTO: 7
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