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Le voci bianche

Regia di Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa vedi scheda film

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La recensione su Le voci bianche

di mm40
4 stelle

Leggera, ma divertente, questa commedia rappresenta il secondo lavoro di Festa Campanile come regista, ancora in tandem con Massimo Franciosa come nel precedente Un tentativo sentimentale. E già rende l'idea dei temi che incuriosiscono maggiormente Campanile: una velata morbosità - siamo d'altronde nel 1964 e non ci si può permettere molto - attraversa tutto il film, storia di eunuchi e mariti impotenti, in cui l'unico gallo del pollaio è Meo, il protagonista, costretto a fingersi inoffensiva 'gallina' come tutti i personaggi attorno a lui per poter sopravvivere. Bravo Paolo Ferrari, coadiuvato da una spalla eccezionale come Vittorio Caprioli; la storia è farina del sacco dei due registi e di Luigi Magni, dal quale quasi sicuramente deriva l'ambientazione storico-geografica (la Roma di fine '700).Tutt'altro che un brutto film, Le voci bianche non lascia però praticamente alcun segno, risultando in un certo senso inconcludente, ma comunque gradevole. 5,5/10.

Sulla trama

Un 'musico' (cantante d'opera castrato con voce femminile) ha in realtà 'salvato' i suoi genitali comprando la complicità di un chirurgo: grazie al suo prodigioso farsetto nessuno sospetta di lui. Neppure le donne, anche se presto la voce si sparge e per lui saranno guai.

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