Trama
La cronaca lo ha definito "l'assassino del rossetto", per la sua tendenza a imbrattare le labbra delle vittime dopo averle uccise. Vittime truccate malamente in viso per le foto che scatta, dopo avere messo in posa i cadaveri. Lothar Schramm (Florian Koerner von Gustorf), di professione taxista ma più impegnato come assassino seriale, negli ultimi istanti della sua miserabile vita, mentre è imbrattato del suo stesso sangue, rivive lucidamente le fasi più significative della sua esistenza, cominciando a ricordare come ha eliminato due testimoni di Geova, imprudenti predicatori che hanno inavvertitamente bussato alla sua porta. Qualche labile memoria infantile, in compagnia della madre, cede presto spazio alle visioni mostruose che hanno stravolto la sua psiche: incubi e atti autolesionisti, nonché squallidi rapporti con una bambola gonfiabile, mentre ascolta Marianne (Monika M.), una prostituta vicina d'appartamento, intrattenersi con i clienti. Senza senso cronologico, mentre il suo respiro si va facendo sempre più ansimante, alla memoria di Schramm compaiono le immagini della parete di casa sporca di sangue, causa della immediata decisione di imbiancarle, utilizzando una scala. Una morte inaspettata, quasi grottesca per un assassino.
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Commenti (1) vedi tutti
Luogo: nella mente di un serial killer; quando: in punto di morte. Alla quarta regia Buttgereit sceglie un tema (iper)realistico mettendo lo spettatore nei panni di Lothar Schramm: un assassino che colpisce senza logica, autolesionista, tristemente solo nella vita, ma soprattutto nella morte.
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