Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
In una Roma di inizio '900 percorsa da agitazioni libertarie, lo psichiatra Ennio Mori (Bentivoglio) deve fare i conti con i capricci della moglie Vittoria (Bruni Tedeschi), che rifiuta di allattare il bambino appena avuto costringendo il marito a reclutare una balia (Sansa), un'analfabeta compagna di un sovversivo. Ben presto, alla ripulsa verso il bambino Vittoria aggiunge la gelosia per la balia, che la spinge ad allontanarsi dalla grandissima casa.
Liberamente ispirato all'omonima novella di Luigi Pirandello, il copione di Bellocchio e Daniela Ceselli mette in scena alcuni dei temi cari al regista: se a fare da figura ci sono quelli dell'incapacità di comunicare sentimenti ed emozioni e la dialettica tra apparenza e realtà, sullo sfondo lampeggiano quelli della psichiatria, dell'autorità, della rivolta e della turbolenza dei rapporti familiari. Vibrato interamente su toni intimistici che esaltano l'espressività degli attori e squarciato dall'impeto improvviso che la macchina da presa cattura non appena varca la porta di casa Mori, La balia riesce a raccontare magistralmente l'ineffabilità dei sentimenti, pur lasciando quel senso di incompiutezza tipico dello stile di Bellocchio. La recitazione di Bentivoglio è così esageratamente perfetta da valere da sola la visione del film. Globo d'oro 1999 (stampa estera) a Maya Sansa come rivelazione dell'anno e alla fotografia di Giuseppe Lanci.
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