Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Un thriller sulla paranoia post-Watergate, con espliciti riferimenti ad atmosfere kafkiane e al Blow-up di Antonioni. Come nel film del regista italiano, c'è una riflessione sui meccanismi della riproduzione cinematografica e sul loro potere di manipolazione; lì il protagonista era un fotografo, qui è uno specialista delle intercettazioni sonore a distanza. E' un'opera decisamente più "europea" rispetto alla grande saga del Padrino, realizzata con estrema cura nella scelta delle ambientazioni, negli effetti luministici e nel sonoro curato dallo specialista Walter Murch, particolarmente importante dato che la trama ruota intorno a un caso di spionaggio sonoro. Grande interpretazione di Gene Hackman nel ruolo "beckettiano" di Harry Caul, un uomo imprigionato progressivamente in una dimensione da incubo che finirà per prendere il sopravvento sulla sua volontà. La tenuta narrativa del film è notevole per quasi tutta la sua durata, con qualche sbandamento nella seconda parte (ad esempio la sequenza del sogno, che è stata giustamente criticata per la sua eccessiva ingenuità nel ricorrere ai luoghi comuni e nel voler omaggiare un certo cinema europeo alla Bergman o alla Resnais), ma con un finale di grande forza emotiva. Meritata Palma d'oro a Cannes nell'anno in cui Coppola trionfò anche agli Oscar con il Padrino parte II.
voto 9/10
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