Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Dopo lo straordinario successo ottenuto con “Il Padrino” Francis Ford Coppola cambia registro scegliendo di portare sullo schermo una storia difficile che non strizza di certo l’occhio al grande pubblico e che segue pedissequamente il suo protagonista nel suo percorso interiore.
Henry Caul (Gene Hackman) è un investigatore privato meticoloso e professionale che sta pedinando una coppia per conto di un uomo d’affari (Robert Duvall, che si vede pochissimo), in quanto quest’ultimo sospetta che la sua donna lo stia tradendo.
Quando è sul punto di passargli tutte le informazioni, e concludere così l’incarico come da prassi, si accorge che i due amanti corrono un grave pericolo e decide di non commettere ancora gli errori del passato e di provare a recuperare la situazione.
Ma le cose si evolveranno in maniera meno lineare di quanto potesse prevedere.
Francis Ford Coppola mette insieme un thriller inusuale che sfocia in un finale asfissiante dove non manca il colpo di scena, ma anche un successivo momento di angosciante conflitto interiore.
In precedenza si gioca tutto attorno al profilo psicologico del protagonista ottimamente reso da un Gene Hackman superbo.
Henry dapprima distaccato, e non solo nel lavoro ma ancor di più nei limitati rapporti umani che intrattiene, si fa coinvolgere, mettendo a rischio il suo equilibrio conquistato nel corso degli anni.
E Francis Ford Coppola è notevole nel gestire questo percorso tortuoso di un uomo solo, proponendo più e più volte scene semplici (come il protagonista che ascolta la registrazione per meglio capire le sfumature del dialogo), anche se alcune sequenze, nemmeno troppo brevi, possono sembrare un po’ superflue (soprattutto nella parte centrale del convegno e della successiva serata coi colleghi) ai fini del risultato.
Complessivamente è sicuramente un buon film, con alcuni momenti (soprattutto l’ultima parte) di alto profilo, altri meno determinanti, ma sempre orchestrati con destrezza e che ancora oggi (e forse anche di più) riesce a mantenersi attuale (per quanto faccia impressione notare come i mezzi si siano trasformati, ma il concetto della privacy sempre quello è).
E poi un Gene Hackman così non si scorda facilmente.
Regia a lunghi tratti avvolgente, fatta con mezzi limitati per un risultato solido in cui si vede la mano felice del regista.
Una di quelle interpretazioni che non si dimenticano facilmente.
Gene si fonde con il suo personaggio e ce lo offre come meglio non si sarebbe potuto fare
Ahh, quanto mi manca ....
Ruolo di spalla piuttosto defilato, ma sempre all'altezza.
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