Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Negli anni del Watergate,la teoria del complotto shocko'l'opinione pubblica,e di conseguenza letteratura e cinema ne vennero influenzati notevolmente:non c'era thriller,all'epoca,che non risentisse di echi su intercettazioni,spionaggio e controllo su ignari personaggi.Meno male che allora era considerata una cosa preoccupante,oggi gente come Bush II dice bellamente che è giusta una forma di controllo alla "Grande fratello"(quello di Orwell,non la porcheria della tv).Dopo il trionfo straordinario del "Padrino",F.F.Coppola senti'la necessita'di realizzare un film piu'"piccolo",e cosi'nacque questo "La conversazione",thriller su un'ossessione paranoica,con un intercettatore dalla personalita'nascosta e nevrotica per protagonista.Geniale l'ultima parte del film,con un ribaltamento completo dell'ottica nostra e di Harry Caul,il protagonista,con la realta',o cio'che lui crede tale,che gli si sgretola davanti:grandissimo Gene Hackman in una delle sue piu'belle interpretazioni,un misto di indisponenza,timidezza e rimorso reso raffinatamente,forse meritevole di un Oscar non meno di quella per "Popeye" Doyle.Il finale è tra i piu'sconcertanti mai realizzati al cinema:e l'immagine di Caul che suona il sax,ormai in preda alle proprie ossessioni nell'appartamento fatto a pezzi è agghiacciante.
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