Regia di Florian Zeller vedi scheda film
Unico nel suo genere, grazie ad una scrittura innovativa cala lo spettatore nel punto di vista del malato e non in quello di chi lo assiste ed è questa una originalità preziosa. Ciò detto, si tratta di un film sulla malattia e dunque è inutile ricercarvi altri spunti narrativi, si viri allora su generi diversi. La mente costruisce un puzzle di tessere che mescolano realtà e immaginazione, ricordi e presente, nella più classica costruzione della realtà dove tutto è in quanto tutto sembra. Solo alla fine, in un momento di rara lucidità, le tessere ricompongono una delle possibili verità, la più dura da sopportare e il corpo umano cede di schianto, il grido si fa vagito. Si tratta di un'opera toccante, per stomaci preparati, con un cast impeccabile e un Hopkins a livelli altissimi. Per quello che cerca, per quello che trova, questo film merita il massimo dei voti.
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