Trama
Oramai anziano, un padre rifiuta tutte le forme di cura e assistenza da parte della figlia. Mentre cerca di dare un senso alla sua esistenza che inevitabilmente cambia, inizia a dubitare di tutti coloro che ama, della sua mente e persino della sua stessa realtà.
Approfondimento
THE FATHER: GENITORI DEI PROPRI GENITORI
Diretto da Florian Zelelr e scritto dallo stesso con Christopher Hampton, The Father racconta la storia di Anthony, un londinese ottantenne che vive da solo e continua a rifiutare tutti coloro che la figlia Anne gli manda in casa per essergli d'aiuto, come ad esempio l'infermiera Laura. Per Anne sta diventando una necessità trovare qualcuno che possa stare vicino al padre: presto, per un trasferimento a Parigi, non potrà più garantire le sue visite quotidiane al genitore che sta lentamente perdendo la presa sulla realtà. Quando Anthony si sveglia disorientato in una casa che non riconosce più, diventa dolorosamente chiaro quanto la sua situazione sia complessa: i ricordi si confondono con il presente ma a quanto della sua identità e del suo passato l'ottantenne può aggrapparsi? Come può Anne piangere la perdita del padre mentre l'uomo è ancora in vita e respira davanti ai suoi occhi?
Con la direzione della fotografia di Ben Smithard, le scenografie di Peter Francis, i costumi di Anna Mary Scott Robbins e le musiche di Ludovico Einaudi, The Father è una riflessione amorevole, straziante e intransigente sulla condizione umana. Dalle visioni distorte dell'appartamento di Anthony a quelle delle persone che lo circondano, Zeller disorienta non solo il personaggio principale ma anche il pubblico per dare una rappresentazione chiara e netta dell'insorgere della demenza senile. The Father nasce come adattamento dell'omonima rappresentazione teatrale, un dramma domestico con sprazzi di horror psicologico che Zeller ha scritto nel 2012, e sottolinea come a un certo punto della vita si ribaltino i ruoli tra genitori e figli, rendendo questi ultimi responsabili dei primi. Ha dichiarato il regista: "In un certo senso, The Father è un thriller che chiede allo spettatore di far parte della storia, come accadeva in teatro. Desideravo che lo spettatore si sentisse sempre vicino ai personaggi. Raccontando di come si diventa genitori dei propri genitori, la storia ha al centro non tanto Anthony ma Anna, chiamata a scegliere tra il portare avanti la sua vita o dedicarsi a quella di suo padre".
Il cast
A dirigere The Father è Florian Zeller, pluripremiato romanziere, drammaturgo e regista francese. Nato nel 1979 a Picardie, è stato definito dal Times of London "il drammaturgo più emozionante dei nostri tempi". con più di 10 titoli teatrali importanti alle spalle, ha visto le sue opere messe in scena in più di… Vedi tutto
Trailer
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Commenti (18) vedi tutti
Storia di una malattia senile progressiva travestita da thriller psicologico con colpi di scena a ripetizione. Genialata o furbata, a seconda dei punti di vista. Lo consiglio agli appassionati di Carrère. A me a piaciuto? Mah!
commento di OssUn Hopkins eccezionale fa dimenticare gli osceni precedenti di Hannibal.
commento di gherritUna grande prova di Anthony Hopkins,che tuttavia non e sufficiente a dare quella marcia in più ad un film fin troppo spinto nell voglia di soprendere, creando una continua confusione proprio come quella presente nella testa del protagonista, malato di Alzheimer
leggi la recensione completa di galavernaBello e doloroso, avendo avuto un'esperienza simile con mio padre. Rende bene lo smarrimento di una mente che se ne va. Bravissimo il protagonista.
commento di Artemisia1593Il film descrive minuziosamente quello che accade nella mente di Antony, malato di alzheimer. Lo spettatore deve solo immedesimarsi in Antony, altrimenti il film diventa incomprensibile. A tratti stancante, a tratti commovente. voto 7 per l'interpretazione superlativa di Anthony Hopkins.
leggi la recensione completa di filmistaMorale della favola: alla fine finiamo tutti li. Punto. Per me una mezza delusione di film, a tratti sconclusionato e a tratti pure vagamente thriller, molto soporifero e alquanto deprimente. Bravo Hopkins, come sempre, ma non salva la nave che affonda.
commento di Lupo65Un film del 2000 dell'esordiente regista Florian Zeller, tratto da una sua stessa pièce teatrale,che descrive molto bene il dramma dell'Alzheimer. Protagosti Anthony Hopkins e Olivia Collins. Un bel film premiato con due meritati Oscar nel 2021 (migliore attore e sceneggiatura) oltre a numerosi altri riconoscimenti. Da vedere.
commento di massimo45Attori formidabili. Sceneggiatura straordinaria. Un film meraviglioso come pochi.
commento di toni60Film valido come regia script e cast.. bravissimo A.Hopkins.. voto 8
commento di nicelady55Notevole questo esordio alla regia di Zeller. Hopkins superlativo
leggi la recensione completa di Furetto60Caspita, proprio un bel film.
leggi la recensione completa di tobanis90 minuti di follie cerebrali sono un po' troppi.
commento di gruvierazUn'opera notevole grazie alle prestazioni attoriali e con una sceneggiatura di alto livello sì, ma con soluzioni forse troppo azzardate tanto da mandare in confusione non soltanto lo spettatore ma pure i critici più esperti. Del resto non credo proprio che il 42enne Zeller sappia esattamente cosa passa per la mente di un malato di Alzheimer.
commento di bombo1Un film semplicemente straordinario, in cui le scene catturano sia il vissuto del personaggio del padre ottantenne ma anche il vissuto di sua figlia
leggi la recensione completa di logosL'alzheimer rappresentato in tutta la sua crudezza, sul volto e sul corpo di un attore perfetto come Anthony Hopkins e sui sofferti sorrisi di Olivia Colman.
leggi la recensione completa di kinemazoneNon solo un veicolo per la straordinaria interpretazione di un mostro sacro, ma un disorientante viaggio che ci trascina all'interno della mente frammentata e confusa di un malato di Alzheimer, realizzando un efficacissimo parallelismo tra la costruzione drammatica dell'opera ed il suo soggetto.
leggi la recensione completa di port crosThe rats are leaving the ship ... Siano forse "i topi che lasciano la nave", metafora per il cervello che abbandona il corpo? Oppure un riferimento netto ai nostri vecchi cari che, quando stanno invecchiando vengono spesso abbandonati e trascurati dai loro figli non come i genitori hanno fatto con i propri figli piccoli?
leggi la recensione completa di gaiartEsordio coi fiocchi, dietro la macchina da presa, di Florian Zeller. Un dramma intimistico di scuola polanskiana, mista al migliore Cinema francese internazionalizzato. Ove a dominare la scena sono gli strepitosi Hopkins e la Colman, fuoriclasse indiscutibili.
leggi la recensione completa di 79DetectiveNoir