Regia di Michael Almereyda vedi scheda film
Uno strano ibrido, una serie di scelte molto discutibili, un risultato ampiamente insoddisfacente. L'approccio è vagamente teatrale, le riprese sono per la maggior parte al chiuso, quando l'azione si sposta all'aperto, soprattutto quando gli spazi sono grandi, si fa un notevole uso di fondali palesemente finti. L'utilizzo di fotografie d'epoca e della voce narrante di Anne Morgan, figlia di J.P. Morgan, quello della banca, attribuisce anche un taglio a tratti documentaristico. In contrasto con questa visione ci sono però anche scene vagamente oniriche, un afflato poetico mal riposto, e per completare il quadro fornendo un motivo di interesse per una certa parte di pubblico, vengono inserite a forza figure femminili, in particolare quella della suddetta Anne Morgan e di Sarah Bernhardt che ben poco ebbero a che fare con l'inventore serbo che notoriamente non era interessato alla sfera femminile. Ne risulta un minestrone con ingredienti scadenti, mal cotto e mal condito che non convince affatto.
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