Regia di Chiara Bellosi vedi scheda film
In un tribunale italiano si celebra il processo contro un benzinaio (Rignanese, strepitoso) che, subita una rapina con un'arma giocattolo, ha ucciso il complice dell'uomo alla sbarra (Anzaldo). Fuori dall'aula dibattimentale si gioca un duello di sguardi, quasi un western psicologico, tra la compagna del rapinatore (Scoccia) e la bambina di quest'ultimo (Leonardi) e, dalla parte opposta, la giovane e amorevole figlia dell'imputato (Short).
Dopo la prima, lontana quanto scialba prova corale con Checosamanca (2007), l'esordio alla regia di Chiara Bellosi nel lungometraggio si segnala con una prova autoriale che parte benissimo, con un montaggio che intervalla l'interno dell'aula di tribunale con l'esterno dei corridoi e che lavora magnificamente sui silenzi e la prossemica. Ma a lungo andare lo schema si consuma e, nonostante la bravura di tutto il cast (che include una poco comprensibile figura di un riparatore dell'impianto di riscaldamento), finisce per risultare stucchevole.
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