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Monster

Regia di Tom Sullivan, Tomás Ó Súilleabháin vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Monster

di obyone
7 stelle

 

Dónall Ó Héalai

Monster (2019): Dónall Ó Héalai

 

IRISH FILM FESTA 2021.

Si dice che nel V secolo San Patrizio ebbe il potere di cacciare in mare i serpenti e le impurità. Nel corso del XIX secolo benché i rettili non fossero tornati a dimorare in Irlanda, come voleva la leggenda, fece, tuttavia, capolino nell'isola di Ériu una piaga ben più tremenda delle serpi, una piaga che nemmeno la devozione verso il santo scozzese riuscì a debellare. La phytophthora infestans alla quale il latino conferisce un'alone di invincibile efficacia si abbatté sull'Irlanda nel 1845 e fino al 1849 vi rimase causando una carestia senza precedenti, aggravata dalla scarsa varietà di patate coltivate nell'isola. I contadini erano soliti coltivare la "Lumpur" che garantiva una resa elevata ma era particolarmente sensibile ai patogeni. Le patate marcivano per la presenza della peronospora nel terreno diventando nere e marcescenti lasciando gli agricoltori senza sostentamento. Nel 1845 i coltivatori persero un terzo del raccolto mentre nel '46 persero la totalità della produzione. La mancanza di antiparassitari, l'assenza d un'adeguata biodiversità, i prezzi altissimi dei cereali e, non ultima, la pusillanime condotta del governo inglese causarono la morte per fame di un milione di irlandesi e la grande ondata migratoria che seguì. 

La "Grest famine" estese la propria lunga ombra sulla popolazione isolana per oltre un secolo conferendo, specie negli Stati Uniti, il marchio infamante dello stereotipo nei migranti che sopravvissero alla traversata oceanica. Ancora oggi sembra difficile sradicare il concetto dell'irlandese violento, straccione e morto di fame, che insieme alla rigida e bigotta educazione cattolica, tormenta l'11% circa della popolazione americana di discendenza irlandese. L'Irlanda, dunque, non ha dimenticato la Grande Carestia specie ora che gode in Europa, dell'appellativo di "Tigre celtica" ottenuto per l'esponenziale crescita economica conseguita dagli anni '90. Ora che l'isola si sente forte del suo successo non è così strano, dunque, che le arti si occupino di ciò che fino a pochi anni fa faceva ancora paura: la fame. Lo fa anche il cinema con documentari e fiction. Tra le opere prodotte in anni recenti il film di Tom Sullivan (in irlandese Tomås Ó Súilleabháin) appartiene alla seconda categoria. Il regista approccia la tematica seguendo le gesta di un contadino, pescatore e produttore di alcool di nome Colman Sharkey dando il via alla narrazione nel 1845. Sharkey, più per dovere morale davanti alla comunità che per effettiva necessità o desiderio, finisce per ospitare nella propria casa l'ex soldato irlandese Patsy, che combattè per l'esercito inglese le guerre napoleoniche pochi anni prima. 

Ambiguo e tendenzialmente violento Patsy anticipa di poco l'arrivo del flagello. Tom Sullivan segue due tracce accumunando, metaforicamente, la violenza umana, portata sull'isola dall'uomo, alla fame, che il vento trasporta da sud a nord assieme agli oomiceti velenosi per i frutti della terra.

La condotta umana, quella politica in particolar modo, decretò un'inasprimento degli effetti della carestia che Sullivan attribuisce, questa volta affatto metaforicamente, alla classe politica inglese che nemmeno davanti all'evidenza indietreggia dall'esigere le tasse dal contado affamato, conciò causando inaudite violenze frutto di disperazione e odio verso le autorità straniere. La seconda traccia è ovviamente inerente agli effetti della fame che rende l'uomo barbaro e "mostruoso" come il microorganismo patogeno che l'ha ridotto allo stremo. Sullivan si immagina, tuttavia, che anche nel momento in cui gli esseri umani sono chiamati a sopravvivere ci sia spazio per sentimenti nobili che elevino la persona dallo stato subumano in cui è precipitata. Ricordando un po' gli orrori dei lager vediamo Colman, due anni dopo, nel 1847, impegnato a sopravvivere e a proteggere una ragazzina, Kitty, rimasta orfana per causa sua, di cui inizialmente è impietosito ma che resta pur sempre, a quelle condizioni, un rivale alimentare.

Entrambi rimasti soli e allo sbando in una terra di morti viventi Colman e Kitty si uniscono in un patto che non mira solo alla reciproca cura ma a ricreare quel nobile sentimento figliale/paterno diventato raro come i tuberi sani.

"Monster" o meglio "Arracht" ha la particolarità di essere recitato quasi tutto in irlandese, lingua tanto preziosa dal punto di vista culturale quanto poco utilizzata nella quotidianità. L'uso del neoirlandese tra contadini e dell'inglese con i ricchi proprietari di origine anglosassone conferisce credibilità storica al lavoro del regista che si affida inoltre a luci piovose e cieli grigi per ricreare una sensazione di freddo e umidità, condizioni atmosferiche estreme che effettivamente aiutarono la peronospora a proliferare nel terreno sassoso dell'isola. "Monster" è stato presentato in anteprima italiana al Festival di Taormina 2020 e riproposto, in occasione delle celebrazioni di San Patrizio, all'interno del contenitore "Irish Film Festa" promosso in Italia in collaborazione con Irish Film Institute allo scopo diffondere il cinema e la cultura irlandese nel mondo.

Un'occasione senza dubbio golosa che mi ha permesso di sentire una lingua complessa e gutturale e di immergermi in un luogo fisico e temporale decisamente poco conosciuto grazie ad un lavoro ben fatto, ben recitato e storicamente interessante.

 

Dónall Ó Héalai, Dara Devaney

Monster (2019): Dónall Ó Héalai, Dara Devaney

 

 

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