Regia di Armand Weston vedi scheda film
Unica regia non hard per Armand Weston, cineasta purtroppo poco prolifico, scomparso prematuramente senza aver potuto dimostrare in pieno (nel cinema ordinario) le sue eccezionali qualità artistiche di sceneggiatore e regista.
La scrittrice Lauren (Robin Groves), ancora in cura terapeutica perchè afflitta da agorafobia, convince il compagno Mark (Christopher Loomis) ad accompagnarla a Dover Falls, nel tentativo di sconfiggere la patologia e trovare un posto adatto per scrivere il prossimo romanzo. Raggiunta la località, casualmente Lauren rimane attratta da una vecchia casa, di struttura ottagonale, apparentemente abbandonata, e descritta con precisione in un racconto, al punto che la stessa è ritratta sulla copertina di un suo libro. Individuato l'anziano proprietario, il colonnello LeBrun (John Carradine), concorda di affittare l'edificio. Stabilitasi nella casa, subito dopo la partenza di Mark, Lauren comincia ad essere ossessionata da strani fenomeni e da apparizioni di persone a lei sconosciute. Convinta che la dimora sia infestata, indagando apprende che durante la Seconda guerra mondiale la stessa era stata trasformata in una "casa di piacere", dietro la conduzione di Florinda Costello.
Unica pellicola convenzionale per Armand Weston, uno dei primi (e pochi) registi in grado di nobilitare il cinema hard (The defiance of good, 1975) e proseguire in quel settore con ottimi risultati (Expose me, lovely, The taking of Christina, Take off). Oltre a produrre e dirigere questo impeccabile horror, Weston -in collaborazione con Daria Price- ne scrive la coinvolgente sceneggiatura, riuscendo a portare sullo schermo una storia classica, sul tema della "haunted house" (molto in debito con Amityville horror, di due anni precedente), ma in maniera nettamente superiore alla media. A cominciare dall'interpretazione della brava Robin Groves, per proseguire con una messa in scena accurata e molto adeguata al contesto. Il pauroso edificio, ripreso nottetempo sotto un cielo annuvolato, diventa a sua volta protagonista, come nella vertiginosa scena (girata con massimo realismo) nella quale assistiamo alla caduta del dott. Webb, spintosi sul cornicione del sottotetto in soccorso alla protagonista.
Gli effetti speciali, per quanto limitati a pochi contesti, sfiorano la perfezione (il machete in viso del folle Welles, la levitazione e seguente pestaggio spiritico di Frank o l'investimento in macchina del fantasma di una delle dispensatrici d'amore). The nesting inizia (e si chiude) egregiamente, sulle armoniose note di Bach (Aria sulla quarta corda) e riesce a farsi seguire per oltre 100 minuti, senza mai cedere nel ritmo.
È dunque un peccato che un regista come Weston, al riscatto dal cinema hard (per quanto ben fatto e non privo di contenuti), chiuda poi definitivamente la (purtroppo breve) carriera con Blue Voodoo, seguente e ultimo film in curriculum, di nuovo vietato ai minori. Per un breve approfondimento sull'attività di Weston, rimandiamo alla recensione di Take off - E ora spogliati, nella quale era stato riportato, come curiosità, anche il pasticcio della titolazione italiana, con la successiva distribuzione dello stesso titolo (La casa del sortilegio) attribuito al bruttissimo straight to video di John Wintergate (Boardinghouse). In seguito (1989), anche un lungometraggio del ciclo televisivo "Case maledette", diretto da Umberto Lenzi, verrà messo in circolazione, per la terza volta, come La casa del sortilegio.
"Quasi tutto nella stanza vi sopravviverà. Per la stanza voi siete già un fantasma, una soffice cosa patetica, che va e viene." (Don Paterson)
"Parevami di muovere in un mondo di fantasmi
E di sentir me stesso l’ombra di un sogno." (Alfred Tennyson)
"I fantasmi escono da uno specchio e ne entrano in un altro." (Ramón Gómez de la Serna)
Trailer
F.P. 24/12/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 103'21")
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta