Regia di Andy Tennant vedi scheda film
MAI USCITO NEI CINEMA ITALIANI
VISTO SU NETFLIX NEL NOVEMBRE 2022
È proprio quando un film si propone di portare sul grande schermo questioni elevate, come quelle analizzate dalla filosofia esistenziale che teorizza la ‘legge dell’attrazione’ (cfr. Wallace Wattles, La Scienza del diventare ricchi) che dovrebbe tentare di farlo bene. Al punto di rinunciare, se non vi sono gli elementi essenziali – budget finanziario e capacità artistiche – e, magari, lasciare che ci provi qualcun altro. È ciò che non ha fatto – cioè lasciar perdere - la scrittrice australiana Rhonda Byrne, nel 2006 autrice del saggio The Secret, in Italia edito nel 2007 da Macroedizioni, raccolta di interviste sull’auto-aiuto (cfr. Wikipedia), che ha pensato - improvvisandosi produttrice - di poter trasformare in lungometraggio una parte del proprio lavoro di saggista e documentarista.
Miranda e Bray si conoscono perché lei tampona con la propria station-wagon il pick-up di lui. Bray, anziché incavolarsi e chiedergli i danni, come di norma facciamo quasi tutti quando qualcuno ci viene addosso, si offre di aiutare la giovane e avvenente mamma, il cui momento di distrazione è stato causato da una futile discussione con la figlia maggiore seduta al suo fianco. Da quel momento scatta la forza attrattiva fra i due – stimolata in particolare dal comportamento amichevole e generoso dell’uomo – forza che, seppur contrastata da momenti di incomprensione, da equivoci e allontanamenti, cambierà in meglio e radicalmente la vita di quasi tutti i protagonisti della vicenda.
La regia di The Secret - La forza di sognare, è affidata ad Andy Tennant, che ci aveva conquistato nel lontano 2005 con Hitch - Lui sì che capisce le donne, commedia leggerina ma resa quasi toccante da uno script intelligente e da un’interpretazione magistrale di Will Smith, davvero perfetto per il ruolo del protagonista. Qui invece il cineasta di Chicago si ritrova in una situazione di gran lunga meno favorevole, alle prese con una sceneggiatura che, in contrasto con la profondità della tematica di base, dà vita a una storia in immagini frivola e, quando vicina a poter svoltare su un registro più acuto e impegnato, fallisce e rimane a galleggiare in superficie senza una rotta precisa.
A fare le spese di tale inadeguatezza sono anche gli attori chiamati a dar corpo ai personaggi della vicenda. A cominciare dai due protagonisti: Katie Holmes (vista di recente nell’apprezzabile Woman in Gold, 2015) nelle vesti della vedova dolente, oltre che squattrinata, con tre figli ancora da lanciare nel mondo e sostenuta solo dalla suocera e da un boyfriend ben messo in quanto a denaro e altruista, ma mal equipaggiato di sensibilità e intuito; Josh Lucas (protagonista di Red Dog nel 2011, film apprezzatissimo su questo sito, anche se con appena tredici voti, ad oggi), uomo ‘perfetto’ che piomba nella routine nevrotica di una famigliola un po’ angariata e col suo sorriso perenne e un altruismo da angelo protettore, si guadagna la fiducia dei figli e l’imbarcata senza ritorno della mamma. Da segnalare la presenza nel cast di un’attrice mai esplosa veramente quale Celia Weston (che ricordo vagamente in The Village, 2004) nei panni della nonna accudente ma anche un po’ impicciona e il newyorchese Jerry O'Connell (da quasi esordiente, nel 1996, una parte in Jerry Maguire, ma con una lunga carriera in commedie quasi tutte di infima qualità), fidanzato potenzialmente cornuto ancor prima di donare il fatidico anello.
Insomma, non basta un’ultima mezz’ora più gagliarda, costruita sulla sorpresa dovuta a rivelazioni fin troppo trattenute dall’uomo del destino, per far guadagnare a questa pellicola la sufficienza e le conseguenti tre stellette di merito. Vedere, ma solo in mancanza di alternative. Voto 5,3.
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