Regia di Del Tenney vedi scheda film
Misconosciuto horror gotico, con finale giallo, distribuito dalla Twentieth Century Fox. Piuttosto scontato ma con una crudezza di fondo all'epoca espressa solo negli splatter di H.G.Lewis. Nonostante lo scarso risultato, resta un titolo interessante, perchè rappresenta il debutto -su un set cinematografico- del celebre Roy Scheider.
New England, 1892. Rufus Sinclair, ossessionato dall'idea di essere sepolto vivo, lascia precise indicazioni testamentarie puntualmente tradite -una volta deceduto- dagli eredi. I beneficiari delle ricchezze di Rufus non hanno comunque modo di usufruirne, dato che nella prestigiosa tenuta nella quale si sono stabiliti si aggira, in cerca di vendetta, un assassino mascherato.
Quattro uomini caricano una bara su un carro funebre. È l'ultimo viaggio, con destinazione la cripta di famiglia, per Rufus Sinclair: uomo benestante ma in vita afflitto da catalessi. Le ultime volontà scritte dal defunto, lette dall'esecutore testamentario in presenza di parenti e servitù, tradiscono l'evidente timore provato in vita da Rufus, ovvero quello di essere sepolto vivo. La clausola parla chiaro: cinque giorni di attesa per la sepoltura, porta della cripta non sigillata, candele costantemente accese, e un anno di sacrifici, prima di poter usufruire dei beni da parte dei parenti. In caso di mancata osservanza, Rufus descrive in dettaglio la triste dipartita che attende ognuno di loro: la moglie Abigail bruciata viva, il figlio Bruce sfigurato in volto, e in progressione morti sempre più violente. Dal momento che le disposizioni testamentarie vengono tradite prima ancora di essere stato sepolto (in due giorni, anziché cinque), la tremenda profezia prende lentamente corpo. Un omicida col viso coperto da uno scialle e avvolto in un nero mantello, mette in atto una lunga serie di delitti.
Sepolto vivo (1962) di Roger Corman, in minima parte sembra avere influenzato il soggetto di questo misconosciuto horror (e giallo) d'epoca scritto, prodotto e diretto -in occasione dell'esordio- da Del Tenney (1930 - 2013). Un regista di low budget (il costo di The curse of living corpse sull'imdb è stimato 120.000 dollari), purtroppo in grado di peggiorare con l'esperienza sul set. Rimasto legato al genere e alternando l'attività di produttore, Tenney ritenta la regia a distanza di anni in altre tre circostanze (The horror of party beach, I eat your skin -Zombie in Italia- e Descendant). Paradossalmente il suo miglior lavoro, per quanto mediocre, rimane proprio questo The curse of living corpse. Film che inizia molto bene, con scenografie gotiche e un'ottima fotografia in bianco e nero, per poi appiattirsi nel classico thriller ad esclusione in stile Dieci piccoli indiani.
Girato nel 1964 e ridistribuito anche quattro anni più tardi, nel complesso benché non originale dati ben migliori precedenti (The old dark house e La casa dei fantasmi, solo per citare due capolavori), a suo modo anticipa certe tematiche divenute veri e propri cliché (i delitti esplicitamente messi in scena con dettagli gore e un finale che tramuta l'horror in giallo, con tanto di whodunit). Curiose certe affinità (quasi certamente frutto del caso) anche con l'avatiano Tutti defunti tranne i morti, soprattutto per quel che riguarda il look dell'omicida, nerovestito con cappello, sciarpa e mantello. Figura inoltre particolarmente interessante trovare in un horror di serie B il trentaduenne Roy Scheider, nel ruolo fondamentale e completamente diverso dai successivi, al suo esordio come attore di lungometraggi.
"Tutto è insignificante, fluttuante, illusorio e fallace, come un miraggio. Puoi essere orgoglioso, saggio, e bello, ma la morte ti strapperà via dalla faccia della terra esattamente come se tu fossi stato un topo nascosto sotto il pavimento, e i tuoi posteri, la tua storia, i tuoi geni immortali bruceranno o geleranno insieme con il globo terrestre." (Anton Cechov)
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F.P. 26/11/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 84'02")
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