Regia di Gerard Bush, Christopher Renz vedi scheda film
C'è più horror sicuramente in Totò Diabolicus o Riuscirà l'Avvocato Franco Benenato a sconfiggere il suo acerrimo nemico Ciccio de Ingras. A prescindere da questo piccolo fattucolo (che è stato tuttavia l'innesco a farmi vedere il film, che altrimenti ben poco mi avrebbe interessato) la pellicola non regge. Abbiamo avuto già molti film sia sul passato schiavista degli Stati confederati sia sulla condizione dei neri oggi (da Il colore viola a Mississipi Burning, solo per citarne alcuni) che hanno avuto almeno la fortuna di non essere prodotti in un clima di iperinflazione del tema, in cui ogni operazione del genere trasuda più la volontà di seminare su un terreno fertile, che di raccontare una storia nelle sue contraddizioni.
La realizzazione poi, è quanto di più scontato possibile: sevizie inenarrabili sui neri (dimenticandosi che gli schiavi sono prima ancora di un corpo da martoriare, una risorsa economica non a buon mercato, ed infatti il tratto economico dell'impostazione schiavistica degli States del 800 non viene mai sottolineata a dovere, facendosi bastare al contrario la dicotomia bianco/nero), bianchi che (a parte UN'eccezione di numero) non sono altro che merde umane o malcelati razzisti (vedasi i camerieri del ristorante) e politici repubblicani che non riescono ad abbandonare il retaggio della razza superiore.
Gli USA devono fare i conti col proprio passato? Sicuramente sì. Probabilmente come ogni altro Paese del pianeta Terra, in maggiore o minore proporzione. Ma anche ammesso che, come sostiene tra le righe il film, l'attualità di oggi risenta in maniera profonda di quei conflitti irrisolti, non credo che imbastire un carrozzone stereotipato e manicheo (dove tuttavia, se come afferma la nostra meravigliosa Monae, permangono conflitti di razza, sesso e classe, quelli rappresentati sono sempre i primi due, essendo tutti i protagonisti eleganti membri di classi agiate tra hotel 5 stelle e ristoranti stellati) possa servire ad aggiungere qualche elemento in più sulla strada dell'autoconsapevolezza. Ruffiano. Voto 4.
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