Regia di Piero Livi vedi scheda film
Un ragazzo sardo viene ucciso perchè involontario testimone di un sequestro; al funerale si reca anche il fratello che ora vive a Milano, dove fa l'operaio. Lontanissimo ormai dalle sue radici, il giovane non capisce perchè tutti i parenti ora gli facciano tanta pressione per vendicare il fratello morto. Eppure, nonostante i suoi sforzi, pare proprio che dovrà agire contro gli assassini.
Seconda regia, a sette anni di distanza da Pelle di bandito (1969), per Piero Livi. Nulla sembra però essere cambiato per lui, che in questa opera seconda rimette in campo gli stessi argomenti e riparte dagli stessi presupposti: la Sardegna, terra abbandonata a sè stessa, isola con proprie leggi e proprie usanze, una mentalità a parte dal resto dell'Italia. Se il primo film era la storia - con altri nomi, ma identiche vicende narrate - di Graziano Mesina, qui invece Livi racconta un fatto di fantasia, che pure ha inevitabilmente forti riflessi con la realtà quotidiana sarda. La sceneggiatura è firmata da Aldo Serio con la collaborazione del regista, di Delia La Bruna e di Adriano Asti; il quadro è brutale, ma non per questo meno verosimile, e va apprezzato l'intento di scendere abbastanza a fondo nelle psicologie dei personaggi, sebbene ciò rallenti per forza di cose l'azione nello svolgimento. Il cast è molto buono, con un paio di elementi dalla coeva commedia scollacciata (Renzo Montagnani e Jenny Tamburi), comunque in parte, Corrado Pani, Flavio Bucci, Giampiero Albertini, Regina Bianchi, Mariangela Giordano. Livi dopo questa pellicola abbandonerà il cinema per un quarto di secolo: la successiva regia sarà del 2001 (Sos laribiancos); peccato. 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta