Regia di Jerry Lewis vedi scheda film
Generalmente tanto bistrattato che viene quasi il sospetto di non avere visto lo stesso medesimo film degli altri recensori. E' invero una regia(seguito del precedente di Richard Donner "Sale e Pepe: Super spie hippy" del 1968, non inferiore) del sommo Jerry Lewis, che si diverte rilassatamente con gli amici Lawford e Davis Jr., e che anche se non ovviamente ispirata come in altre celebri occasioni, anche qui non perde del tutto la capacità di creare numerose quasi a dozzine, gags e sequenze di qualità superiori, oltre avere in particolare un Sammy Davis Jr., sempre molto bravo, divertente, e che si impegna a fondo su molteplici fronti, non ultimo quello musicale, con pure lo stesso tema "One More Time".
In particolare basterebbero gli azzeccatissimi momenti della stanza settecentesca del castello inglese con "Also Sprach Zarathustra" in evidente divertita citazione di "2001: Odissea nello spazio", e le inimitabili facce di Davis Jr., oltre che i suoi movimenti che si "bloccano", quasi a precorrere "Peter Gunn" dei Blues Brothers, o nel 1970(!) la stessa Breakdance, a renderlo memorabile per lo spettatore.
Ma c'è anche una sequenza di lotta "slapstick" in un interno arredato secondo il modernismo anni '60, con Lawford e Davis Jr., e due gangster uno dei quali è Thorley Walters(i caratteristi inglesi si sprecano, il film fu girato negli Shepperton Studios e ambientato in Gran Bretagna), che tra il dinamismo estremo tipico di Lewis, e le trovate comiche irrestibili tipo divani che si spezzano in tre parti, è girata assolutamente da Dio.
Come fantastica è l'apparizione assurda in una stanza segreta dietro una libreria antica sterminata del castello- e che si apre tirando fuori il librone rosso del "Kamasutra"- dell'antro degli alambicchi alchimistici e del mostro di Frankenstein, con brevissima apparizione nientemeno che di Christopher Lee/Dracula che richiama e brinda con un calice di sangue, e di Peter Cushing.
Fantastici certi liberi adattamenti dell'edizione italiana dell'epoca, tipo il "si deve essere trovato una amante di tipo bolognese", della bella biondona di Pepe, notando come è cambiato di consistenza e prestanza sotto le lenzuola rispetto al suo fratello gemello aristocratico inglese, o la citazione di un "pizzardone", per non parlare della esilarante sequenza di Davis Jr. che per fare il greve nel parlare, incomincia a sproloquiare in romanesco.
Lawford sempre secondo il suo consueto "understatement" comico e di recitazione che era la sua cifra stilistica, ma è Davis Jr., che seppure molto ben affiatati e complementari come coppia comica(peccato non siamo mai ritornati in un ulteriore film, come da finale che si rivolge agli stessi spettatori, suggeriva) sempre più spesso ruba a tutti la scena, con il suo essere sopra le righe in maniera unica e surreale, grottescamente visionaria.
Un nobile inglese allo stesso:-" Lei batte?(riferendosi alla prossima classica, e comprendente buona parte del finale del film, battuta di caccia alla volpe per le campagne inglesi), e Salt/Davis Jr.:-"No io no, c'è già mia sorella che batte nel Bronx!"
Fantastica e questa sì molto "alla Lewis", la sequenza della sparatoria nel pub, con gli avventori che tra gli sparatori e i colpi che distruggono, abbattono ogni cosa e infisso, non cessano minimamente le loro consuete attività inglesi di braccio di ferro, tiro delle freccette, e bevuta di una punta enorme di birra, oltre al pensionato che continua imperterrito una assurda e demenziale, telefonata ripetitiva con la moglie.
Incredibilmente, non appare nella filmografia di Wikipedia, di Jerry Lewis.
John Nada
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