Nella dimensione regolare e quasi asettica di un ufficio newyorkese circondato dalla vista mozzafiato di una Manhattan “per pochi” - riservata agli uomini di potere e alla “gente che conta”, il trentenne Giovanni Marzagalli (in arte John Real) costruisce un thriller psicologico che trae spunto dal nostro quotidiano per seguire il profilo malato di una dinamica relazionale (lavorativa in questo caso) che cammina a braccetto con l’ossessione per il controllo e, in generale, per il possesso.
In un mondo profondamente ego-riferito dove a dominare è sempre la centralità dell’individuo e dove ognuno aspira ad essere grande Dio della propria vita, Obsessio indaga la smania di governare il proprio mondo a qualunque costo, in primis manipolando il prossimo. Attraverso lo sguardo insistito e morboso sul corpo e sul viso della bellissima protagonista Natalie Burn, Obsessio cavalca questa ossessione del potere, e cancella il confine tra realtà e proiezione tra casualità degli eventi e manipolazione programmatica degli stessi.
Asciutto e rigoroso nell’osservare quel mondo patinato di soldi e potere attraverso il filtro oscuro di una malattia psichica del controllo, il film di Marzagalli apre un interessante squarcio di riflessione sulla tematica inquieta del male del secolo che associa la nostra personale scalata al potere con la necessità di avere il pieno controllo su tutto ciò che ci circonda. All’interno di una geometria lavorativa sempre più asfittica, insidiosa, manipolatoria, Obsessio insegue l’occhio della sua inquieta dinamica relazionale mettendo a fuoco il rapporto tra vittima e carnefice, e in uno schema di gioco forza che più spesso di quanto crediamo costringe le nostre vite verso un sentiero obbligato, mutandolo spesso in un vicolo cieco. Un’ottima prova di qualità anche tecnica per un giovanissimo regista (classe 1988) che qui dimostra la capacità di mischiare il genere all’attualità dei nostri giorni ricordando molto Hitchcock o i film di Brian De Palma, realizzando un film che appare magnetico nel suo essere un’inquieta e inquietante cartina di tornasole della nostra epoca votata al potere economico e al controllo, e all’interno di un drammatico schema di rilancio del singolo sentire, e graduale annientamento del valore emotivo delle nostre relazioni.
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