Regia di Franka Potente vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - SELEZIONE UFFICIALE
Marvin Hacks non li dimostra, ma ha ormai quarant'anni quando viene rilasciato dal carcere, e, con lo skateboard tipico di un'età che ormai non più gli appartiene, riconsegnatogli all'atto del rilascio, si appresta a far ritorno a casa, presso la madre anziana e malata, che l'uomo vorrebbe accudire nel suo calvario terminale che la sta dolorosamente accomiatando dalla vita terrena.
Ma farsi riaccettare in comunità dopo il brutale omicidio commesso da diciassettenne irresponsabile ed immaturo ai danni di una anziana donna indifesa, pur uccisa - si intuisce nella dinamica del ricordo perso nel tempo trascorso - più per autentica molestia ed imperizia di intenti, che per reale cattiveria e l'insano gusto di farlo, appare un sogno impossibile da realizzare.
Specie all'interno di una comunità che non dimentica, in cui tutti sanno tutto di tutti. La storia e l'attrazione reciproca che si crea nell'uomo, indubbiamente attraente, con la giovane Delta, contattata per poter disporre di una sedia a rotelle da usare per la madre, non fa che peggiorare la situazione, rivelandosi la ragazza niente di meno che la nipote della vittima dell'uomo appena scarcerato.
L'esordio in regia della famosa ed apprezzata attrice tedesca Franka Potente, avviene con una storia completamente incentrata sulla periferia, concetto e luogo fisico ma anche teorico che diviene elemento distintivo ed integrante della storia, secondo una modalità di imperturbabile diffidenza e pregiudizio con cui, a detta della neo regista, originaria ella stessa di una piccola comunità nella campagna tedesca nei pressi di Munster, la medesima si trovò a provare suo malgrado, facendo ritorno a casa alle prime avvisaglie della propria notorietà di attrice di cinema d'autore.
A perfetto agio con le atmosfere stordenti e impietose della infinita, ma parimenti asfissiante periferia americana, la Potente confeziona un film dalla trama piuttosto coinvolgente, che si fa forza sia sull'estro da attrice navigata della sempre impeccabile Kathy Bates, qui nel ruoli chiave di una madre vedova e sola, ormai senza reali speranze di potersi riavvicinare al figlio prima della imminente fine, ma anche, o forse soprattutto, di un attore rivelazione come si rivela Jake McLaughlin: volto e fisico che bucano lo schermo, con quella sua espressione da indomito sbruffone che cede, a malincuore, verso i confini tutt'altro che invalicabili di una saggezza tardiva, ma genuina.
La regista riesce a cogliere nell'efficace interpretazione del bravo attore, quell'espressione che contiene il sapore genuino di un pentimento sincero ed espiativo, proprio di chi ha imparato per davvero la lezione di vita, dopo l'irreparabile delitto occorso e commesso, col cui rimorso l'uomo è cosciente di dover condividere ogni istante di tutto ciò che gli resta da vivere.
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