Regia di Fabio Resinaro vedi scheda film
Film che parte da un'idea interessante ma che si perde quasi fin da subito nell'illogicità, nella confusione e nell'accumulo di elementi. Insomma, c'è troppa carne al fuoco. Soprattutto, emerge una fastidiosissima tendenza agli errori cronologici: l'ambientazione è nel 1978, ma ci accorgiamo subito di pali dell'autobus chiaramente moderni, di un'autoradio Alpine (nell'auto del protagonista) che come minimo è degli anni '90, di automobili che passano sullo sfondo riprodotte in CGI, di una pressochè totale assenza di passanti e automobili nelle ambientazioni urbane, di abiti (a partire dal protagonista) non nello stile del tempo. Soprattutto, la psicologia e i dialoghi non sembrano riprodurre affatto il periodo storico in cui si collocano: se non fosse per la televisione che - in modo un po' forzato - parla di Moro e BR (guarda caso!) e per le automobili e le cabine telefoniche, sarebbe impossibile affermare che il film sia ambientato negli anni '70. Anche la tv in camera del protagonista è decisamente grandicella per gli standard del tempo. E dubito anche che i cercapersone a quel tempo, specie in Italia, dove praticamente non esistevano, avessero il display retroilluminato. Insomma, se siete un minimo perfezionisti probabilmente questo film vi infastidirà per la superficialità nella ricostruzione storica e per la commistione di elementi presenti con altri passati, verosimilmente riflesso di un budget scarso (perlomeno inadeguato rispetto all'ambizioso progetto di rappresentare una Milano di oltre 40 anni fa). Manca del tutto l'atmosfera del periodo storico, che sarebbe stata l'aspetto più interessante dell'opera.
Si respira trasandatezza anche nella trama, che va ad accumulo lasciando da parte la logica.
Peccato: l'idea di partenza avrebbe meritato una sorte migliore.
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