Regia di Fabio Resinaro vedi scheda film
Nicola, detto Bravo (il perché lo scopriremo in sottofinale), a Milano gestisce un traffico di prostitute d’alto bordo. Per lui, tenebroso azzimato, amante dell’enigmistica, capello lungo e sigaretta costantemente in punta di labbra, le cose si complicano quando nella sua vita entra Carla (la bellissima Miriam Dalmazio), che aspira a fare la vita. Bravo finirà così in una ingarbugliatissima matassa fatta di mafiosi, poliziotti corrotti, servizi segreti e brigatisti rossi (siamo nel 1978).
Dietro il terzo film di Fabio Resinaro (dopo il tracotante Mine e l’inqualificabile DolceRoma) c’è ancora la mano di Luca Barbareschi, qui in veste di produttore. E si vede, data la rozzezza proverbiale del personaggio: casting assortito alla bell’e meglio, un protagonista intollerabilmente monocorde (raramente si sono visti attori tanto legnosi come Mario Sgueglia) e un intreccio – tratto dall’omonimo romanzo di quello scrittore velleitario che fu Giorgio Faletti – alla perenne ricerca del colpo di scena, in barba alla minima plausibilità dello sviluppo narrativo.
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