Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film
Commedia (poco) sexy leggermente più elaborata del solito, con un cast singolare che comprende volti emergenti (Boldi, Abatantuono), attori ormai consolidati (Montagnani e Buzzanca), vere e proprie dive (Claudine Auger).
Milano. Subordinato agli ordini dell'autoritaria compagna Diana (Claudine Auger) - miliardaria titolare di un'agenzia pubblicitaria - il commendatore Alex Fortini (Lando Buzzanca) cura le commissioni di lavoro alla "Cine Televic" del fotografo Vittorio - Vic - Calvi (Massimo Boldi), per la realizzazione di video promozionali. Mentre sta trattando un grosso affare sulla Birra Dienesen, che prevede di stipulare un contratto miliardario con l'impresario Bonotto (Renzo Montagnani), Alex riceve un'inattesa telefonata da parte della moglie Ingrid (Janet Agren), giunta a Milano senza preavviso per perfezionare le pratiche del divorzio, essendo separata ormai da cinque anni. Data la buona posizione economica, Alex temendo di doversi accollarsi un forte vitalizio decide di spacciarsi per nullatenente. Soggiorna così, in attesa di ricevere Ingrid, nel modesto appartamento di Vittorio senza sapere che in camera da letto - priva di sensi per via di un'involontaria sbronza dovuta alla lavorazione dello spot sulla birra - è presente Marilù (Daniela Poggi), modella e fidanzata del fotografo.
"Bevendo Dienesen, si va a tutta birra nel 2000..."
(Frase promozionale del video pubblicitario interpretato da Marilù)
Alex (Buzzanca), in compagnia di Marilù (Poggi), incontra Bonetti (Montagnani) in un hotel, notando opportunamente che l'imprenditore è attratto dalla ragazza. Le relazioni tra i vari protagonisti procedono sin dall'inizio minate da una lunga serie di equivoci, derivati da affermazioni menzognere pronunciate principalmente da Alex, quindi anche da Vittorio, tanto che lo stesso Alex è convinto che Marilù sia la moglie di Vittorio. In quel contesto, in vista di un appuntamento per la stipulazione di un contratto miliardario con Bonetti, Alex pronuncia al fotografo la frase falsa (risultato di menzogne che si accumulano) che riassume il viluppo centrale della commedia, diventandone anche il (non veritiero) titolo: "Prestami tua moglie."
Una sceneggiatura inusualmente complessa per lo standard dell'epoca, opera degli esperti Laura Toscano e Franco Marotta (autori coinvolti per lungo tempo negli script di lungometraggi appartenenti ai più svariati filoni cinematografici), è al servizio di questo stravagante tentativo di rendere la commedia sexy meno volgare, mediante l'utilizzo d'attori eterogenei e comunque non radicati al genere (Buzzanca nel bene o nel male ha sempre recitato in opere di maggior spessore). Poco comico (se si escludono le esilaranti scene di incidenti domestici o quelle di Alex alle prese con i mostruosi cani di Diana) e ancor meno sexy (si contano un paio di nudi parziali della Poggi) [1], il film riesce però a farsi seguire grazie alla presenza di macchiette divertenti: Abatantuono come operaio della ditta che fornisce l'energia elettrica, compare ciclicamente (fissando ultimatum di pagamento) con un paio di forbici (!) per "tagliare la luce"; Montagnani nei panni del solito truffaldino che millanta posizione sociale fasulla, ovviamente attratto dalla bellezza femminile; Boldi in ruolo comprimario del fotografo pasticcione e pieno di debiti.
La regia di Giuliano Carnimeo è sobria e professionale, come sempre di qualità e favorita nel buon esito da un'ottima fotografia. Standard e poco incisiva invece, la colonna sonora alla quale contribuisce Fabio Frizzi, impegnato a comporre una sound track più di routine. Di rilievo appare la prestazione tra lazzi e frizzi di Buzzanca, attore in un ruolo tagliato su misura e sul quale poggia saldamente l'intera operazione. Curiosa la sequenza con la Agren davanti al Duomo, dove decine di occasionali passanti incuriositi ed evidentemente sorpresi guardano in macchina, lasciando supporre che la scena sia stata girata senza alcuna specifica autorizzazione, tantomeno organizzazione tecnica. Altri anni, altri tempi. Un film innocente, privo di dialoghi o battute volgari, adatto all'intera famiglia e tutto sommato meritevole d'essere visto.
[1] Attrice dotata e bellissima, che a partire dal 1974 ha alternato l'attività tra cinema e serie televisive, arrivando ad oltre ottanta partecipazioni, dedicandosi anche alla cronaca (celebre per la direzione del format di RAI3, Chi l'ha visto?). Immeritato il ruolo che le è stato attribuito in Prestami tua moglie (da svampita e sensuale ragazza, che non riesce a pronunciare tre battute), seguente di poco tempo quello "estremo" in L'ultima orgia del Terzo Reich (Cesare Canevari, 1977). Due pellicole che definiscono anche un esordio cinematografico poco promettente, poi fortunatamente smentito da una carriera professionale che si è dimostrata essere invece variegata e interessante.
"L’unica donna che è sicura di sapere dove sia finito il marito, è la vedova."
(Anonimo)
F.P. 30/10/2021
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