Regia di Sharunas Bartas vedi scheda film
Voto: Tra il 4 e l'8. Un cinema che sembra chiederti di ragionare durante la visione. E quindi mi provoca a mantenere la buona abitudine di non farlo.
Tieni, ti do dei simboli ...non sono simboli? Lo sono per forza, non esiste un piano del reale. Tutto è quindi da principio volutamente altro...oppure mi sta dicendo che se il simbolo esiste ovunque come ombra dell'agire comprensibile, laddove io elimini luoghi e modi abituali ed elida la voce primo strumento di senso, allora anche il simbolo svanisce, rimane fuori scena legato a ciò di cui è ombra. Non esiste il simbolo come prima lettura. Ed infatti l'ipotesi di svelare enigmi simbolici appare qui un'atto di elefantiasi intellettuale, fare esplodere sviluppi cellulari incontrollati, abbrutire, strappare un essere al suo mondo solo per sentire finalmente la sua voce che urla...Allora non c"è simbolo. Non c"è messaggio tranne che il titolo, la casa. Dentro corpi. Non hanno senso. Non si danno senso. Anche nudi, senza un senso e uno scopo. Bambini e adulti nudi nello stesso modo. Ma forse lo cercano, un senso. Fanno le prove, si avvicinano. Sembrano curiosi, a volte. Questo potrebbe essere il simbolo di tante cose se trovassimo una perfetta griglia da sovrapporre al tutto. Ma perché allora andare a tali estremità per poi rinnegarsi all'ultimo...
Ma senza simbolo e senza concreto intellegibile cosa resta? Cosa resta di esprimibile? La materia dei sogni?...sempre travisati e violentati...Una semplice attività del cervello. Rielaboro, rivivo o spurgo. O tutt'e tre. No. Non c'è simbolo. Quindi è spurgo. Faccio pulizia e ammasso tutto lì, come viene, e se il nonno si trova a zappare la terra in soffitta è lo stesso. Tanto è robaccia da spurgare. Il nonno è robaccia. I rituali umani sono robaccia ma non più o meno di qualsiasi altra cosa. Faccio pulizia. Ma quindi il simbolo è far pulizia. Non avevamo detto no simboli? Forse è il film ad essere simbolo. Non ciò che ha dentro...In fondo fai un film.È un agire umano che ha sempre avuto un senso, un proposito, un'inizio e una fine. Altrimenti niente film...
Allora ripartiamo da qui. Faccio un film ma non voglio atti che abbiano senso, usurati e concatenati, nè simboli ingombranti per facili deduzioni più matematiche che umanistiche...ma è così? Era la mia intenzione fin da principio? Prima dell'intenzione c'è altro...la ricerca...le sensazioni...Setaccio quel che ho in testa per cercare...cosa? Quel che spicca. No. Non deve spiccare, lì ci sarà senso, emotività umana, il mio agire nel mondo. Devo resistere alla tentazione di ritenermi speciale, diverso dagli altri. Reagisco come gli altri, ho in testa quello che hanno gli altri. Ma questa mia insofferenza è il senso del mio fare il film. Allora agirò di conseguenza. Taglierò la testa a chiunque spicchi. Siete feccia rivomitata. Siete il solito materiale umano che si crede chissacchè... Siete opprimenti. Vi metto lì. In attesa di potervi buttare. Faccio pulizia. Guarda che bello il mondo ora che ho fatto pulizia.
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