Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Comincia piano, un po’ svogliatamente quasi, il nuovo film di Clint Eastwood. Un cronista attempato, inguaribile donnaiolo, con un fiuto istintivo per le notizie e i giochi sporchi, che però troppo alcool ha appannato. Adesso, il cronista si sta disintossicando e la rinnovata lucidità, insieme alla morte di una giovane giornalista che era sulle tracce di un colossale errore giudiziario, risveglia il suo sesto senso. Mancano poche ore all’esecuzione di un nero condannato a morte per omicidio; forse non è colpevole. Nel calibrato montaggio tra la sbalestrata vita quotidiana del reporter e le ultime ore del condannato, il ritmo del film progressivamente cresce, culmina con un impagabile dialogo in puro stile commedia tra il reporter Eastwood e il direttore del giornale James Woods, si fa affannoso nelle ultime ore e minuti. Un Eastwood minore; però più elegante, diretto e coinvolgente di molti dei film simili. Su tutto, una certa, solitaria malinconia: quella del protagonista invecchiato senza mettere la testa a posto, anacronistico e inevitabilmente solo.
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