Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
VOTO : 7.
Film che avevo sottovalutato, quando l’ho visto all’uscita nel 1999, ma che oggi, seppur con qualche riserva, mi sento di rivalutare positivamente, sarà la forza del “nome” che il grande Clint si è creato nel frattempo, ma credo che si tratti soprattutto di un questione di (mia?) sensibilità (in primis del regista) che è cambiata e questo prodotto si colloca meglio di altri suoi precedenti in questo suo diverso, e grandioso, percorso autoriale.
Steve (Clint Eastwood) è un cronista con una moltitudine esagerata di problemi alle spalle (e non solo) e, aiutato anche da nuove sopraggiunte vicissitudini, comincia a credere in qualcosa di più grande ed utile alla comunità.
Un uomo di colore (Isaiah Whashington) sta infatti per essere condannato a morte per un omicidio, ma Steve crede di poterlo salvare, convinto della sua innocenza dopo un incontro avvenuto con lo stesso.
Questo è un Eastwood che presenta parecchi tratti del suo cinema precedente, ma che al contempo anticipa in qualche modo uno spirito diverso, quello più umano che contraddistingue i suoi capolavori degli anni 2000, che qui lascia i primi significativi strascichi.
Il film parte piano, un po’ in sordina o comunque almeno seguendo una pista già percorsa, ma poi cresce gradatamente, mescolando con disinvoltura le carte in tavola, offrendo una seconda parte di ben altro livello per quanto il tutto sia un po’ semplicistico.
Così nel finale si respira a pieni polmoni l’ansia del tempo che scorre ed è di alto coinvolgimento il dialogo del protagonista con il suo capo, manifesto della sua ritrovata indole.
Insomma emerge la grande sensibilità del suo autore e le carte in tavola cambiano, l’aria che si respira passa dal cinema di genere (divertente, ma anche un po’ fine a se stesso) a qualcosa di più ampio e ben definito.
Dunque rimane senza dubbio un film minore del più grande regista americano (e per me non solo) degli ultimi anni, ma si sente appieno che qualcosa nella sua sensibilità sta cambiando.
La sua esperienza è qui al servizio di una storia non nuova, ma di sicura presa per un risultato complessivo non esaltante, ma comunque pregevole.
Semplice, ma profetico di un futuro radioso ed impareggiabile.
VOTO : 7. Regia che alterna cose molto buone ad altre più risapute, con le prime che hanno la meglio.
VOTO : 6/7. Sempre un piacere (ri)vederlo in scena.
VOTO : 6,5. Regala alcuni momenti molto riusciti quando si confronta con Clint.
VOTO : 6++. Prova abbastanza convincente.
VOTO : 6. Sufficiente.
VOTO : 6. Sufficiente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta