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Lulu on the Bridge

Regia di Paul Auster vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Lulu on the Bridge

di look67
4 stelle

CONTIENE SPOILER. Peccato, un'occasione mancata. Era iniziato bene con la storia di un sassofonista jazz che non trova più stimoli per andare avanti dopo aver subito un incidente assurdo: durante un concerto viene colpito fortuitamente da un folle che sparava a caso, pazzo di gelosia. Il proiettile gli ha provocato l'asportazione di un polmone e un pezzo di cemento staccatosi dal soffitto gli ha frantumato una mano. Polmone e mano... carriera finita per un sassofonista. Essendo ciò accaduto a inizio film, ci aspettiamo un lungo e doloroso percorso di rinascita, magari assieme alla bella e dolce Mira Sorvino, anch'ella presentata a inizio film. Con la faccia di Harvey Keitel poteva venir fuori qualcosa di buono. Poi improvvisamente il film vira nel thriller, e subito dopo addirittura nel fantasy, con la presenza di una pietra magica. Ohibò, spiazzante sì, ma a noi piace essere spiazzati. Il fatto è che da questo punto in poi i fatti cominciano a susseguirsi un po' a casaccio, e la stessa interpretazione di Keitel e Sorvino non è più coerente con l'inizio del film. Ecco sbocciare il previsto amore tra Keitel e Sorvino; ma arriva troppo presto ed è troppo idilliaco: è ovvio che la tragedia è dietro l'angolo. E la tragedia ha la faccia poco convinta di Willem Dafoe, che si inoltra con Keitel in una conversazione tanto labirintica quanto inconcludente. Il resto del film è ancora più inconcludente e comincia a serpeggiare il vago sospetto che l'unico modo per risolvere il finale... ma sì, ecco alla fine materializzarsi il peggiore dei sospetti: Keitel non si era salvato! Tutto quello che abbiamo vissuto con lui era solo un'allucinazione dovuta agli ultimi istanti di vita. Che tristezza... Ma una più attenta analisi delle primissime scene ci rivela che una foto di Mira Sorvino, assieme ad altre foto di note attrici poco vestite, era appesa sopra l'orinale usato da Keitel prima del concerto; e la pietra magica al centro del film assomiglia tanto al blocco di cemento che cade sulla mano di Keitel steso a terra. Ecco i due spunti per la sua allucinazione finale. E la tristezza raddoppia... Pertanto la cosa migliore del film rimane il cameo di Lou Reed, con Mira Sorvino che di lui dice: <<No, non è lui; è uno che gli assomiglia>>.

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