Regia di Irwin Winkler vedi scheda film
Una vicenda realmente accaduta presa in prestito da quell’Oliver Sacks già medico-istigatore per “Risvegli”. Niente più manicomi, ma un massaggiatore non vedente che s’innamora di una newyorchese architetto-ecologista (quando ci faranno vedere un suo pari, stronzo e deturpatore?) che riesce a convincerlo a sottoporsi a l’ennesimo trattamento invasivo (anche se i dottori negano) nella speranza di fargli riacquistare quella vista persa a tre anni. L’operazione riesce, ma solo a metà: l’uomo ha giusto il tempo per guardare in faccia le cose della vita, prima di ripiombare nel buio. Della serie “vede meglio chi non vede e vede peggio chi ha gli occhi per piangere”, il semidrammone ricorda il colonnello Buttiglione: non si ferma mai, nemmeno di fronte all’evidenza. La smania di sottolineature, ad uso e consumo del distratto pubblico televisivo, fa precipitare, dopo un quarto d’ora, gli interessi: passivi e attivi.
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